Sgarbi detta l’agenda a Draghi: “Venerdì ho un impegno, per la fiducia preferirei lunedì”

8 Feb 2021 18:17 - di Alessandra Danieli

Sopra le righe. Talvolta scontato. Irriverente per contratto. Vittorio Sgarbi, gruppo misto alla Camera, non fa mistero di essere rimasto sedotto da Mario Draghi. Una vecchia conoscenza, a giudicare dal tono colloquiale dell’incontro avuto nel giro di consultazioni. Il critico d’arte dice di essere rimasto ‘colpito’ dalla lucidità del premier incaricato. Che – sintetizza – “vuol fare uscire il paese dalla depressione“.

Sgarbi sedotto dalla lucidità di Draghi

Anche per Sgarbi, durissimo fustigatore del governo Conte (‘vada in Cina’, gli aveva detto in Aula nel giorno del voto di fiducia), l’ex presidente della Bce è l’uomo della Provvidenza. Da sostenere, neanche a dirlo, per il bene dell’Italia. Per uscire dal cul de sac di una crisi economica e sanitaria senza precedenti. Sgarbi, insomma, sarà della partita. Ma c’è un però. Ha un impegno per venerdì. Un impegno evidentemente inderogabile tanto da chiedere all’amico Mario di ritoccare l’agenda di governo (di governo). Un’indicazione politica. “Gli ho detto che ho un impegno e preferirei la fiducia da lunedì”. Curioso no? L’uscita dalla depressione deve aspettare. Se Draghi vuole il voto di Sgarbi deve ritoccare il timing delle consultazioni e del voto di fiducia. Insomma Sgarbi ha da fare. Che Draghi lo sappia. E rallenti un po’ la marcia.

“Gli ho regalato il libro di mio padre”

Naturalmente il faccia a faccia tra i due è andato benissimo: “Un dialogo di persone che si vedono, e la cui intesa è immediata”, ha raccontato Sgarbi a Non è l’arena. “Aveva gli occhi che brillavano, io gli dicevo devi aprire i musei sabato e la domenica e i teatri, dando il contingentamento di cui loro non sono stati in grado”. Altri dettagli. “Gli ho dato il libro di mio padre, il quarto e ultimo, in cui parla con mia madre dopo la sua morte. Draghi voleva una dedica, io gli ho risposto ‘Ma l’ha fatto mio padre…”. Però mio padre era una persona talmente dolce e gentile, farmacista, si sarebbe fatto sicuramente vaccinare, mi è sembrato bello che la discussione tra me e Draghi abbia riguardato non i fatti contingenti ma le cose eterne”. Le cose eterne e gli impegni inderogabili del professor Sgarbi.

Il siparietto raccontato a Non è l’Arena

Che, ospite di Massimo Giletti, di fronte a un Sileri incredulo, ha racconta il divertente siparietto avuto con il premier incaricato alla Camera. A un certo punto il telefono di Sgarbi si è illuminato e l’ex governatore della Bce, insospettito, gli ha chiesto  ‘Non è che mi stai riprendendo?‘ «Avevo il telefono dove tengo gli appunti – spiega il parlamentare del gruppo misto –  si è accesa la luce perché stava morendo. Gli ho detto ‘Sono talmente narciso che lo farei con me e non con te‘».

 

 

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