Ricordando Pinuccio Tatarella. La sua lezione oggi è più viva che mai

8 Feb 2021 14:26 - di Augusta Cesari
Pinuccio Tatarella

Ci manca tantissimo Pinuccio Tatarella. L‘8 febbraio di ogni anno ce lo rammenta sempre di più. Figura decisiva per la nascita di una destra di governo, figura essenziale per la sua capacità di sintesi. “Uomo dell’armonia” amava definirsi Pinuccio. Mai definuizione era più appropriata per la sua vocazione  a costruire e mai a distruggere. Quanto manchi oggi una statura politica come la sua,  è domanda retorica, banale. Servirebbe più che mai uno come lui. A noi tutti, anzitutto. Ma anche nel panorama istituzionale odierno le sue intuizioni sarebbero state manna dal cielo. Anche per gli avversari, che lo stimavano. Bella e attesa, pertanto,l’iniziativa che questa sera alle 21 in diretta Fb Maurizio Gasparri ha promosso. una diretta da titolo emblematico: “Che direbbe Tatarella“.

Pinuccio Tatarella, la sua vocazione a costruire

La qualità della sua cultura, il pragmatismo, la capacità d’ascolto e il  rispetto per le culture politiche sono stati i fondamenti della sua azione politica e dei suoi insegnamenti. Ci manca l’intelligenza raffinata di Pinuccio Tatarella, “un genio della politica”, lo definì il presidente della Fondazione An, Giuseppe Valentino, tempo fa.  L’idea di centrodestra porta il suo sigillo. Idea da lui accarezzata  ben prima della sua nascita ufficiale e per la quale aveva lavorato, studiato, ascoltato le persone una ad una. A lui va ascritto il progetto purtroppo ancora incompiuto del presidenzialismo. La riforma complessiva dello Stato con l’elezione diretta del Capo dello Stato è uno dei caposaldi sui quali si innervano le battaglie del centrodestra, di FdI in particolare. Amava la democrazia diretta.

L’amicizia con Mattarella

La sua autorevolezza parlamentare è confermata dal rapporto che costruì con gli avversari, soprattutto con l’attuale presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Nella legislatura dal 1992 al 1994 Tatarella era capogruppo del MSI, ancora all’opposizione, e Mattarella era capogruppo del Partito Popolare italiano.  I due consolidarono  un rapporto di amicizia e collaborazione. Frutti ne furono  il “Mattarellum” che introdusse il maggioritario uninominale dopo i referendum e il “Tatarellum”,  legge elettorale per le regioni che è ancora in funzione. Grazie a lui possiamo eleggere direttamente i presidenti della Regioni. La sua capacità di guardare oltre e di anticipare nella lettura gli eventi politici gli guadagnò l’ammirazione di politici e intellettuali. Buttafuoco lo definì “il regista” della politica italiana.

Una lezione attuale più che mai

La sua formazione politica era profonda e complessa. Era un conservatore nel senso “prezzolininano” del termine ma anche moderno. “Annusava” i cambiamenti, le novità, come pochi. E dal pensiero passava all’azione, additando percorsi e cambi di passo come pochi. Trovare le sintesi giuste era il suo talento naturale, nel rispetto di tutte le posizioni.  Per i giovani leggere un volume come quello di pochi anni fa potrà essere senz’altro proficuo. ( “Pinuccio Tatarella – passione e intelligenza al servizio dell’Italia”, edito da “Giubilei Regnani”. Link per l’acquisto del libro: http://www.giubileiregnani.com/libri/pinuccio-tatarella/).

Pinuccio Tatarella è stato il padre politico della nostra generazione. Si capisce bene come quella data – quell’8 febbraio del 1999- rappresenti per molti di noi uno dei  momenti più traumatico della storia della destra italiana di governo.

 

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