Reggio Emilia, il Csm infine dà ragione a FdI: tra sinistra e Procuratore capo “rapporti privilegiati”

27 Feb 2021 17:54 - di Annamaria Gravino
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Fratelli d’Italia lo segnalava da un paio d’anni. In questi giorni ci è arrivato anche il Csm: a Reggio Emilia si è consumata una «compromissione della credibilità» del procuratore capo Marco Mescolini, che ha gestito le indagini sulla base «di rapporti “privilegiati” con una parte politica». Per questo il plenum, con un voto all’unanimità su una relazione di Nino Di Matteo, ne ha deciso il trasferimento per «incompatibilità ambientale». Suggellando, con questa decisione, una plastica rappresentazione di cosa significasse, nella pratica, il metodo Palamara e di quali ripercussioni abbia avuto sulla vita democratica del nostro Paese.

Le chat tra Mescolini e Palamara

A far esplodere il caso Mescolini è stata la pubblicazione delle chat con Luca Palamara, dalle quali emergevano le trame per far arrivare il magistrato alla guida della Procura di Reggio Emilia. Già prima che esplodesse questo scandalo, però, in città e nella stessa Procura, le avvisaglie di qualche forte anomalia c’erano state. Una su tutte: la sconcertante conferenza stampa nella quale Mescolini, all’indomani del primo ballottaggio nella storia di Reggio Emilia, spiegò che alcuni passaggi di un’importante inchiesta sugli appalti pubblici in Comune erano stati posticipati per non turbare il voto. Passaggi, va da sé, che avrebbero coinvolto l’amministrazione uscente di centrosinistra alla ricerca di una riconferma.

Quel vizietto di posticipare gli atti di indagine

Mescolini disse che era stata una decisione del suo ufficio. Dagli atti del Csm, dove è depositata la denuncia di 4 sostituti procuratori, invece, è emerso che la decisione fu del procuratore capo in persona. C’era un precedente: anche per l’inchiesta Angeli e Demoni, quella sugli orrendi fatti di Bibbiano, Mescolini voleva posticipare gli avvisi di conclusione indagini perché c’erano le elezioni regionali. Una circostanza, anche quella, che per il Csm ingenerò «nei colleghi e nella collettività la percezione, o quanto meno il dubbio, che la direzione delle indagini quale Procuratore di Reggio Emilia sia avvenuta in base a personali convincimenti politici».

La lettera aperta di FdI a Mescolini

È in questa cornice che arrivò, dunque, la bomba delle chat con Palamara. Che FdI, forte finalmente di una pezza d’appoggio ai propri sospetti, sollevò pubblicamente il caso. In particolare, la scorsa estate il portavoce cittadino di Fratelli d’Italia, Marco Eboli, ha scritto una lettera aperta al magistrato. Gli chiedeva conto delle troppe opacità registrate, dell’esito dell’indagine sugli appalti in Comune, finita a quel tempo nel dimenticatoio, e dell’opportunità di valutare le dimissioni.

Le denunce di FdI

Eboli, supportato in questa azione di denuncia da interrogazioni dei parlamentari di FdI Tommaso Foti e Galeazzo Bignami, ottenne come risposta l’accusa da parte del Pd – il capogruppo alla Camera Graziano Delrio in prima fila – di aver portato al Procuratore della Repubblica un «attacco violento», «emblematico di una cultura politica e di un lessico che non riguardano la cultura democratica di queste terre». La lettera era firmata da vari esponenti locali e di caratura nazionale del partito. Fra loro, anche da quel sindaco Luca Vecchi, del quale, secondo quanto sostenuto da Di Matteo, nella stessa Procura si sospettava avesse beneficiato delle coperture di Mescolini. E che ora, secondo indiscrezioni giornalistiche, sarebbe invece indagato.

Eboli: «Resta aperta la questione del sindaco Vecchi»

«Il 13 agosto scorso – ha commentato Eboli – fui solo nel rilevare, con una lettera aperta, le anomalie del comportamento del Procuratore capo Marco Mescolini, invitandolo alle dimissioni. Ora il Plenum del Csm ha deliberato all’unanimità il trasferimento del dottor Mescolini per incompatibilità ambientale. Da oggi mi auguro, ed auguro ai miei concittadini, si apra una nuova e migliore fase per la giustizia». Il portavoce di FdI a Reggio Emilia ha quindi ricordato che «restano aperte anche questioni politiche che riguardano il sindaco Luca Vecchi, entrato a pieno nella vicenda per notizie contenute nel documento che il giudice antimafia Di Matteo ha predisposto e sul quale il Plenum del Csm ha deciso di trasferire Mescolini. Di questo – ha concluso Eboli – ho già parlato e intendo tornarci nei prossimi giorni».

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