Rampelli, basta nomine elitarie che impediscono le elezioni. Ecco perché diciamo no a Draghi
Fabio Rampelli ribadisce il no a Draghi di Fratelli d’Italia. E in un’intervista pubblicata oggi sul quotidiano La Verità, spiega a chiare lettere quali sono le ragioni di merito e di metodo alla base del ragionamento politico. La scelta del partito a guida Giorgia Meloni è coerente con quanto detto e ribadito finora: Fdi sarà «presidio di democrazia».
Rampelli ribadisce il no a draghi di Fdi: ecco perché
«Non sosterremo il governo Draghi, per ragioni di metodo e di merito», sottolinea una volta di più il vicepresidente della Camera e deputato di Fdi, in un’intervista uscita oggi su La Verità. «In tutte le democrazie avanzate, tranne che in Italia – prosegue Rampelli – i capi di governo vengono scelti, direttamente o indirettamente, dai cittadini. In nessuna democrazia occidentale è mai capitato quello che è successo in Italia dal 1995. Dal governo Dini a Monti. Fino a Conte. E, ora, con Draghi. Non c’è più traccia dell’antico principio della legittimazione popolare. Le elezioni vengono superate dalle designazioni elitarie, quasi sempre orientate a garantire che il Pd stia al potere. O che possa andarci in prospettiva ribaltando le previsioni». Non solo. Estendendo il discorso alla formazione di un esecutivo che raggruppa e accorpa anime diverse e in contrasto tra di loro, Rampelli evidenzia: «Poi forze politiche che hanno idee così diverse, difficilmente potranno trovare soluzioni comuni sulle principali criticità di cui soffre l’Italia».
«Basta designazioni elitarie quasi sempre orientate a garantire il Pd»
Un no, che come ribadito a più riprese negli ultimi giorni dalla stessa leader di Fdi, Giorgia Meloni, non significa chiusura alla collaborazione proficua necessaria, specie per quanto riguarda l’approccio e la risoluzione di situazioni emergenziali. Tanto che, sempre nell’intervista a La Verità, Rampelli prosegue: «Abbiamo anche proposto a Draghi di restare in carica per il Recovery Plan e il piano vaccinazioni. Per poi condurre l’Italia a elezioni anticipate, come fece Ciampi nel ’93. Che interpretò al meglio quel suo ruolo di garanzia e portò al voto l’Italia con la nuova legge elettorale. Gli altri sono stati tutti governi “abusivi”. Non legittimati dai cittadini, come democrazia impone». Abbiamo fatto ogni sforzo per tenere, ancora una volta, il centrodestra unito», incalza il vicepresidente della Camera e deputato di Fdi. «Abbiamo offerto di rinunciare al voto contrario se tutti insieme ci fossimo astenuti – prosegue –. Se non cambierà nulla conosceremo un’altra fase di separazione consensuale. Ma sarà temporanea e circoscritta al quadro nazionale», specifica quindi Rampelli. Aggiungendo in calce che: «Governiamo insieme in 15 regioni e dovremo dialogare su tanti argomenti. Iniziando dall’elezione del successore di Mattarella».
Sul centrodestra unito per le amministrative
Infine, sul centrodestra unito per le amministrative puntualizza: «Cerchiamo ovunque i candidati migliori. Li stiamo selezionando da mesi tra i profili più prestigiosi e le persone maggiormente apprezzate e competenti. Nella speranza che ci facciano votare, viste le dichiarazioni del capo dello Stato. Ricordo comunque che è la sinistra a detenere il titolo a Roma, Milano, Torino, Bologna, Napoli. E quindi a loro compete la prima mossa. Il centrodestra è comunque pronto».