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Panebianco “asfalta” la sinistra: «Il futuro politico di Pd e 5Stelle somiglierà a un lungo inverno»

Politica - di Valerio Falerni - 23 Febbraio 2021 - AGGIORNATO 23 Febbraio 2021 alle 13:55

Vittoria del centrodestra alle prossime elezioni politiche, sistema elettorale immutato e Pd in cerca di un futuro migliore. Sono i tre ingredienti base di un futuribile scenario immaginato sul Corriere della Sera dall’editorialista Angelo Panebianco. Anzi, una sorta di stress-test per saggiare l’identità più profonda del partito di Zingaretti, quella che (a suo dire) lo condurrà fatalmente all’abbraccio con il M5S. Secondo il politologo, alla saldatura con i grillini contribuirebbe infatti una miscela da sempre annidata nell’anima piddina: «vocazione populista», «giustizialismo giudiziario» e «statalismo economico».

Panebianco in un’editoriale sul Corriere della Sera

Complice anche la scissione di Matteo Renzi, questo aspetto della pur complessa identità del Pd, è destinato a prevalere. E a rendere «strategica» l’alleanza con i 5Stelle. Si tratta di uno scenario che se da un lato consentirebbe di ricostruire un campo a sinistra, dall’altro rischia di marginalizzare il Pd. Che a quel punto, argomenta Panebianco «rinuncerebbe definitivamente a competere per il consenso del mondo produttivo». Lasciando al centrodestra «il monopolio della difesa del mercato e della imprenditoria privata». Insomma, con o senza i grillini, «il Pd dovrebbe rassegnarsi a un lungo futuro come forza politica di minoranza». L’unica differenza è la «sopravvivenza», che solo in caso di intesa con il M5S «sarebbe assicurata».

Scenario a tinte fosche per dem e grillini

Uno scenario davvero a tinte fosche per la sinistra. E che non mancherà di far scattare l’allarme rosso al Nazzareno. Sul Pd grava anche l’immagine di un partito disposto a tutto pur di non mollare il potere. La storia recente, e non solo quella, lo testimonia ampiamente. Una lunga, quasi ininterrotta stagione improntata esclusivamente a gestione senza politica. Con l’unica eccezione di Renzi, non a caso percepito come un corpo estraneo. Il ritorno di Zingaretti ha riproposto tutti gli schemi tipici della sinistra. A cominciare dall’indicazione di un nemico immaginario per evitare le urne e giustificare la propria bulimia di poltrone. Ma ora, sembra dire Panebianco, sono cominciati gli spasmi dell’indigestione.

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di Valerio Falerni - 23 Febbraio 2021