Omar Rizzato, imprenditore veneto, si spara alla testa nella sua azienda: da un anno non lavorava

22 Feb 2021 18:46 - di Riccardo Angelini

Un’altra vittima del Covid e delle chiusure che hanno accompagnato questo anno di crisi pandemica. Ne dà notizia in prima pagina La Verità: Omar Rizzato, 41 anni, titolare di una società che organizzava concerti ed eventi, si è sparato alla testa nella sede della sua azienda a Cinto Euganeo (Padova).

Non lavorava da mesi, causa distanziamento sociale. Un anno di mandati introiti, Una progressiva disperazione che alla fine lo ha condotto al gesto estremo. “La sua ditta, la Hubble – scrive La Verità – era specializzata negli allestimenti per concerti, fiere e matrimoni. «Tutto il materiale viene noleggiato, trasportato, montato e smontato in piena autonomia. Dovrete solo godervi la festa», si legge sul sito Internet della sua azienda. Forniva sistemi audio, video e luce ai grandi spazi dove fino all’anno scorso si svolgevano i riti collettivi dei grandi raduni. Da 12 mesi quegli spazi sono proibiti e quelli come Rizzato, cioè i lavoratori che vi gravitano attorno, sono considerati fonte di pericoli”. Rizzato aveva anche problemi personali, dice il fratello a La Verità, di certo acuiti da un anno di inattività, particolarmente pesante per un professionista che amava il suo lavoro e lo svolgeva con passione.

Lo scorso maggio Stefano Callipo, presidente dell’Osservatorio violenza e suicidio, aveva lanciato l’allarme sull’aumento dei casi di suicidi legati alle difficoltà economiche. Da marzo 2020, quando tutto è iniziato, fino allo scorso settembre in Italia si sono registrati 71 suicidi e 46 tentativi di suicidio che si ritiene siano connessi in maniera diretta o indiretta al coronavirus. Sono 200mila le imprese del settore fieristico. E hanno registrato una perdita di fatturato nell’ultimo anno dell’80 per cento. Una perdita complessiva di ricavi stimata attorno ai 28 miliardi.

 

 

 

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