Mauro Corona: «Il governo Conte non stava in piedi, è giusto andare a votare: vincano i migliori»

1 Feb 2021 9:35 - di Bianca Conte
Mauro Corona e voto

Gli echi della crisi rimbombano anche nelle sue montagne. Ma sulla questione, Mauro Corona non ha dubbi: «Meglio il voto. Vinca chiunque deve: la democrazia funziona così». Essenziale e duro, come la natura in cui ama vivere. Ostico ma malleabile, come il legno che ama intagliare e scolpire. Come le parole che, declinate a una schiettezza a volte disarmante, usa a tutto tondo per raccontare e commentare. Come oggi, nell’intervista rilasciata a La Verità, in cui lo scrittore e scalatore cresciuto in mezzo a un pugno di case incassato nella valle del torrente Vajont, nel cuore dell’ultimo baluardo del Friuli occidentale, s’inerpica sullo scivoloso terreno dell’attualità politica. E asserisce senza inutili perifrasi o richiami diplomatici stucchevoli: «Dicono che non si può andare al voto solo perché non vogliono essere cacciati da una posizione di prestigio. Vinca chiunque deve: la democrazia funziona così. Non la si può pilotare a proprio uso e consumo».

Mauro Corona, crisi e voto: l’intervista a “La Verità”

Una franchezza disarmante, quella di Corona, che ha il pregio di dire sempre quello che pensa. Libero da schemi, etichette. Convenzioni e simboli di appartenenza. Come dimostra, sempre nell’intervista a La Verità, quando parlando senza se senza ma sulla crisi di governo, su Matteo Renzi rileva: «Anche se è ridicolo che si dipenda tutti da un politico mandato a casa con il 60% di voti. Che aveva promesso di ritirarsi. E e che si è fatto un partito che vale il 2%». Lui, che per stessa ammissione – che arriva il rigo successivo – Renzi l’ha anche votato. Ma «ho smesso al referendum». E allora, la domanda sorge spontanea: «Pensa che Matteo Renzi non dovesse provocare la crisi?». Altrettanto spontanea suona la risposta: «Questo governo non stava già in piedi». E qui Corona passa ad esaminare la vexata quaestio Conte.

«Al comando della nave persone che non sanno che pesci pigliare»

Sempre, naturalmente, con la forza di un pensiero scevro da sovrastrutture espresso senza troppe note a piè di pagina. «Dico solo che non si può dipendere da una minoranza o far comandare una nazione a uno scelto a caso. Conte mi sta anche simpatico, non è un tipo rissoso, ma non era nessuno ed è finito sotto i riflettori planetari. È una politica priva di regole, di disciplina». Già, la disciplina. Un valore che, a detta dello scrittore e scialpinista. Uno che le regole della natura è abituato a rispettarle, resta convinto sia un principio da far valere in prima persona. Come quando, a proposito di misure e divieti imposti in emergenza sanitaria, Corona dice: « Bisogna togliere i divieti, e confidare in un comportamento più civile della gente. Invece sono state messe al comando della nave persone che non sanno che pesci pigliare. Non posso far nomi perché parte la querela. Ma i nodi verranno al pettine, solo che quando accadrà la gente sarà ormai dilaniata». E ancora: «Quando non si hanno idee, si proibisce, è la regola base: intanto i politici tirano avanti. Certo, se noi avessimo rispettato le regole del distanziamento sarebbe forse andata diversamente».

Mauro Corona: «Meglio il voto. Vinca chiunque deve: la democrazia funziona così»

Dunque, come dovrebbe andare a finire? Chiede l’intervistatore. E Corona risponde coerente con quanto detto finora: «Dicono che non si può andare al voto solo perché non vogliono essere cacciati da una posizione di prestigio. Vinca chiunque deve: la democrazia funziona così. Non la si può pilotare a proprio uso e consumo. Dicevano di Berlusconi che si accaparrava i voltagabbana, e ora li chiamano costruttori. Ma a chi vogliono darla a bere? Siamo ridicoli nel mondo. Quando le cose non funzionano, si va a votare». Quindi, niente governo di «salvezza nazionale»? Tranchant come sempre, lo scrittore replica: «Usano parole roboanti, ma se devono salvare il Paese, devono liberare l’economia e far lavorare la gente. Dare ristori veri a chi ha chiuso la propria attività. Si muore di coronavirus, ma anche di fame». «Vede – conclude poi –: le ho detto che sono di sinistra, ma ho parlato da centrodestra. È che sono anche vagamente intelligente: so accettare un’idea buona, anche se viene da altri»… Chapeau.

 

 

 

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