Kashoggi, anche Pd, Verdi e sinistra italiana contro Renzi: ora chiarisca i rapporti con bin Salman

27 Feb 2021 17:13 - di Silvio Leoni
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Si fa sempre più stretta la via di fuga per Matteo Renzi incalzato ora anche da Pd, Sinistra italiana e Verdi che chiedono al leader di Italia Viva di chiarire i suoi oscuri rapporti con il principe bin Salman ritenuto dagli 007 statunitensi, in un rapporto rilasciato l’altroieri, il mandante dell’omicidio del giornalista dissidente Jamal Khashoggi.

Era stata Giorgia Meloni per prima a porre, nell’immediatezza della visita di Renzi a bin Salman, la questione imbarazzante non solo per le parole di esaltazione agiografica – al limite della untuosa genuflessione – pronunciate dal senatore toscano nei confronti del 35enne erede apparente di re Salman, ma anche perché Renzi aera arrivato a parlare di Rinascimento in relazione alla politica del Regno arabo. Che, aveva ricordato la Meloni, “è uno Stato fondamentalista islamico” E “applica, alla lettera, la sharia nel quale le donne non sono libere e i loro diritti costantemente lesi”.  Un Paese, aveva aggiunto la presidente di Fdi, “si può essere condannati a morte anche per apostasia – rinuncia alla religione islamica – adulterio, omosessualità; è permessa l’ignobile pratica delle spose bambine”.

Ora, come detto, dopo le precedenti contestazioni di Fdi a Renzi, anche Pd, Verdi e sinistra italiana si accodano.

“Alla luce del rapporto della Cia sulle responsabilità del principe saudita Bin Salman nell’omicidio Khashoggi, penso sia arrivato il momento che Renzi chiarisca fino in fondo la natura dei suoi rapporti con l’Arabia Saudita e con il principe ereditario. D’altronde è stato lo stesso Renzi, dopo aver partecipato a quella conferenza, a dire che avrebbe fatto chiarezza” ricorda Michele Bordo, vicepresidente del gruppo Pd alla Camera ponendo al leader  Iv una domanda: “ci dica anche se è ancora convinto che in Arabia Saudita sia in atto un nuovo Rinascimento e che il principe sia addirittura l’interprete di questo Rinascimento. Da quello che emerge in queste ore – rimarca il deputato dem – non mi pare proprio sia questo il caso…”. Di qui la minaccia di alzare il livello dello scontro con Renzi finito impantanato, per colpa della sua vanità e del suo ego, nel caso Khashoggi.

“Verificheremo – avverte il vicepresidente del gruppo Pd alla Camera – se è il caso di assumere una iniziativa parlamentare: per quanto ci riguarda c’è la necessità di chiarire questa vicenda. Si tratta di un tema di sicurezza nazionale ed è utile che un senatore della Repubblica, che ha avuto un ruolo importante nella nascita di questo governo, chiarisca realmente i suoi rapporti. Dopo quanto è emerso da indagini americane è ancor di più necessario questo chiarimento”, insiste Bordo.

“Noi abbiamo posto il tema già quando c’è stata la conferenza, adesso non è più rinviabile. E’ nell’interesse del leader di Iv chiarire, ma soprattutto è nell’interesse del nostro Paese. Renzi non è un libero cittadino che può fare e dire ciò che crede, è un senatore, rappresenta il Paese“, aggiunge l’esponente Pd, secondo il quale la partecipazione di Renzi alla conferenza in Arabia Saudita “è stata un errore: un intervento inopportuno e sbagliato, per le cose che ha detto”.

“Il senatore Renzi aveva annunciato che, una volta archiviata la crisi di governo, avrebbe offerto le motivazioni di quella sua iniziativa. È opportuno che lo faccia. Se possibile presto”, lo pressa, su Facebook, anche il deputato Pd Gianni Cuperlo.

Sulla stessa frequenza si sintonizza anche Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana.
“Quindi il principe saudita a cui Matteo Renzi si è rivolto parlando di Nuovo Rinascimento, dimostrando la sua invidia per il basso costo del lavoro in Arabia Saudita, è un personaggio assai oscuro, come dimostra anche l’ultimo rapporto del governo Usa sull’omicidio del giornalista Khashoggi“, ironizza Fratoianni in un video che appare sui canali social.

Mohammed Bin Salman è il ministro della difesa di quel Paese, e Renzi – prosegue l’esponente della sinistra – è un senatore della commissione difesa del nostro Paese. Aveva promesso di rispondere sui suoi rapporti con quel regime. Bene credo che sia arrivato quel momento”.

Sui tempi di questo chiarimento, Fratoianni ricorda che Renzi “aveva promesso di farlo dopo la fine della crisi di governo. La crisi di governo si è chiusa da molto tempo, continuiamo e continueremo a chiedere a Renzi una cosa semplice: chiarisca – conclude Fratoianni – quali sono i suoi rapporti con Bin Salman. Non dovrebbe essere difficile, soprattutto è giusto per trasparenza e per dovere di onestà nei confronti dei cittadini italiani”.

“Finalmente la battaglia che stiamo conducendo da alcune settimane per la chiarezza nei rapporti tra Matteo Renzi e l’Arabia Saudita ha preso il volo e anche i grandi partiti sono scesi in campo. Piano piano la pressione sta crescendo: è un bene per l’Italia. Insistiamo. Renzi dovrà trarne le conseguenze“, conclude il segretario di Sinistra Italiana.

Ancora più esplicito il coordinatore nazionale dei Verdi Angelo Bonelli.
“Non penso che sia normale e minimamente accettabile che, di fronte al report dell’intelligence Usa reso pubblico dal Presidente Joe Biden, che indica il principe saudita Mohamed Bin Salman come il mandante del barbaro omicidio del giornalista e dissidente Jamal Khashoggi, il senatore Renzi non abbia sentito il dovere di rispondere a chi gli ha chiesto di dimettersi dal board di Future Investment Iniziative, presieduta dallo stesso principe saudita e da cui percepisce 80mila dollari l’anno“.

“Il documento dell’intelligence Usa riporta accuse gravissime contro il principe saudita Salman che vedeva Khashoggi come una minaccia al regno al tal punto da approvare il piano per il suo omicidio, fatto a pezzi nell’ambasciata saudita di Istanbul: come può il senatore Renzi – lo incalza Bonelli – non fornire una risposta a chi gli chiede di prendere le distanze dal regime saudita dimettendosi dalla fondazione?”.

“Ho la netta impressione che Renzi, che si definisce cattolico, abbia sostituito al Vangelo il Principe di Machiavelli“, lo incenerisce il missionario Alex Zanotelli. – Pensare a come si è comportato. E andare negli Emirati a parlare di Rinascimento davvero è stato il colmo”.

“Ora vediamo quello che la Cia ha sul tavolo. Ma si rimane a bocca aperta per la spregiudicatezza di quest’uomo. Se questa è la classe politica che abbiamo tra le mani, c’è da chiedersi dove stiamo andando”, dice desolato il missionario comboniano.

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