Gervasoni: “Bene il no di Meloni a Draghi. Non ho votato centrodestra perché governasse col Pd”

6 Feb 2021 15:54 - di Sveva Ferri
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Nessun dubbio: Giorgia Meloni “ha ragione su Draghi”. Marco Gervasoni si schiera apertamente con la scelta di FdI di dire no al governo dell’ex governatore della Bce e spiega perché. “Io, che nel 2018 ho votato il centrodestra, non l’ho fatto pensando che poi un giorno sarebbe andato al governo con il Pd, con i 5 stelle, con Boldrini e Bonino“, sottolinea il professore di Storia contemporanea, ricordando che in politica “ideali e coerenza sono un valore”.

Quando i fan di Draghi si battevano contro la casta

Gervasoni ha bollato come “discorsi che fanno abbastanza sorridere” le argomentazioni che si sono sentite in questi giorni per giustificare il sostegno a Draghi: dalle valutazioni sull’autorevolezza dell’uomo a quelle sul “pragmatismo”. Un tratto ridicolo che emerge soprattutto se – ha sottolineato il professore in un intervento su nicolaporro.it – a fare quei discorsi è chi “nel lontano o nel recente passato, aveva militato contro il ‘teatrino della politica’ e ‘per la gente contro la casta’ e ora parla come neppure il più spregiudicato doroteo Dc avrebbe fatto negli anni Ottanta del secolo scorso”.

Meloni scandalizza il “GUD”, il Giornale Unico di Draghi

Ma, a differenza di questi soggetti, “c’è invece chi ritiene le parole ‘ideali’ e ‘coerenza’ due valori politici e che non intende rifugiarsi nel mondo platonico o ridursi a dimensioni da prefisso telefonico: anzi, la sua proposta politica è l’unica che da anni sia in costante crescita”. Ovviamente, Gervasoni si riferisce a “Giorgia Meloni, la cui opposizione al governo Draghi – sottolinea il professore – è già oggi oggetto di scandalo sulle pagine del GUD, il Giornale Unico di Draghi, formatosi ben prima del suo governo”.

“Ideali e coerenza sono valori politici”

Ma perché tante critiche? Gervasoni ripercorre quindi le motivazioni del no di Giorgia Meloni a Draghi, chiarendo che non vi è nulla di “eretico”. E che, anzi, risultano condivisibili in tutto. L’opposizione della leader di FdI al presidente incaricato “non è sulle proposte” o “sulla persona”. “Le prime – ricorda Gervasoni – ancora non si conoscono. Quanto alla seconda, è bene non credere alle personalità geniali, ma neppure sbandierare l’atteggiamento opposto”.

Gervasoni: “Meloni fa bene a dire no a Draghi”

I due argomenti su cui si fonda, sono, invece, altri. Il primo è che “Draghi varierà un governo tecnico. E FdI, che nacque a partire dalla pessima esperienza di Monti, ha sempre sostenuto che i governi dei soloni, dei competenti, dei migliori sono un inganno. Non fanno che rafforzare quella tecnocrazia che invece, fin dalla sue origini FdI combatte a giusto titolo come uno dei mali politici del nostro tempo“.

“Non ho votato centrodestra perché governasse col Pd”

Il secondo argomento è che “il governo Draghi sarà un esecutivo senza legittimazione diretta dei cittadini”. Gervasoni si sofferma sulla differenza tra “legittimazione formale”, che la Costituzione assegna al Parlamento, e su “legittimazione reale”, che è il “rispetto del voto”. “Io, che nel 2018 ho votato il centrodestra, non l’ho fatto pensando che poi un giorno sarebbe andato al governo con il Pd, con i 5 stelle, con Boldrini e Bonino. Come se in Germania uno votasse per i Liberali, che poi a metà legislatura però si accordano con i comunisti, oppure in Spagna – conclude Gervasoni nel suo articolo – qualcuno votasse per Vox per poi vederlo alleato con Podemos”.

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