Draghi, FdI archivia la linea dell’astensione. Meloni, Lollobrigida e Rampelli spiegano perché

14 Feb 2021 18:25 - di Redazione

Giorgia Meloni proporrà domani alla Direzione nazionale di FdI di votare no alla fiducia al governo Draghi: “Fratelli d’Italia ha chiarito, fin dall’inizio, che non avrebbe votato la fiducia al Governo Draghi – ha scritto Meloni sulla sua pagina Fb –  Allo stesso tempo, ci siamo riservati di vedere in particolare come fosse composto il “Governo dei migliori” per scegliere tra voto di astensione e voto contrario. Per questo abbiamo convocato per domani la direzione nazionale di Fratelli d’Italia. Ecco, annuncio che nella mia relazione proporrò che Fratelli d’Italia voti contro la fiducia al nuovo Esecutivo. Continueremo ovviamente a valutare i singoli provvedimenti, e li voteremo se saranno buoni, così come continueremo a fare le nostre proposte per il bene dell’Italia. Ma un altro Governo in mano al PD non può che avere un no da Fratelli d’Italia”.

“Spero – aggiunge Meloni – che altri come noi scelgano di non concedere la fiducia a questo governo. FdI sarà in Parlamento punto di riferimento di quanti vorranno con noi svolgere una opposizione patriottica”.

La linea della possibile astensione è già archiviata. Quello di Draghi non è affatto un “governo dei migliori”. sottolinea Francesco Lollobrigida in una intervista a La Verità. “Chi è il migliore? Il ministro Speranza, in un Paese con il più alto tasso di mortalità da Covid in Europa? Che ha sostenuto Arcuri con il suo disastroso piano vaccinale? O il ministro Di Maio, che non ha una linea sulla politica estera?”.

E Fabio Rampelli rincara la dose, intervistato dal Tempo:  “Fosse stato un governo tecnico o a tempo, avremmo avuto senz’ altro più remore e sarebbe stato più credibile l’appello all’unità dei partiti nella gestione della crisi attuale. Ma un caravanserraglio di questa natura che vede una chiara prevalenza del Pd (il quale come al solito nasconde i propri uomini dietro profili tecnici), è contro ogni buona tentazione per esprimere il richiamo alla responsabilità. Parliamo di un esecutivo dominato dalla vecchia maggioranza con l’aggiunta mal tollerata di Lega nord e Forza Italia”.

“L’astensione – aggiunge Rampelli – è stata l’offerta avanzata da Giorgia Meloni a Salvini e Berlusconi per mantenere unito il centrodestra, perché noi siamo rimasti sempre allo stesso posto, non abbiamo fatto governi né col Pd, né col M5S, non consideriamo la coalizione una porta girevole. Ci sentiamo addosso il peso dell’alleanza molto più di altri, ma sembra che questa circostanza sia tramontata. Dunque, penso che la Direzione nazionale convocata per lunedì si orienti per un voto contrario”

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