Covid, Burioni: «Basta terrore. Le varianti non sono più contagiose o più letali». Vi spiego perché

18 Feb 2021 13:56 - di Lorenza Mariani
Covid Burioni e varianti

Covid, Burioni: «Basta terrore. Le varianti non sono più contagiose o più letali». E via social spiega anche il perché delle sue affermazioni. Ora il virologo Burioni prova a calmierare gli animi. E contro panico e allarmismo scatenati dalle varianti del Covid, rilancia: Non ci sono evidenze su una maggior contagiosità sulla mutazione sudafricana». Stroncando, al contempo, l’argomento paventato su una minore efficacia dei vaccini a mRna. Suggerendo prudentemente di «attenersi ai dati disponibili sugli effetti della variante sudafricana di Sars-Cov-2, perché tutto il resto è terrore gratuito». Parola del virologo Roberto Burioni, che su Twitter fa il punto su «quello che a oggi si sa» del vettore mutante.

Burioni: «Basta terrore gratuito sulle varianti»

«Non ci sono al momento dati – scrive il docente dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano – che indicano una maggiore contagiosità, o una maggiore “patogenicità”, di questa variante». Un’affermazione netta in cui, nella sua analisi preventiva, il virologo Roberto Burioni fa sì riferimento a tre studi clinici preliminari. Secondo i quali alcuni vaccini «sembrano essere meno efficaci contro di essa». Precisando tuttavia che: «Non ci sono evidenze che ci indicano che i vaccini più potenti (quelli a mRna) possano essere meno efficaci. Due report usciti ieri – incalza dunque l’esperto, ospite fisso di Fabio Fazio a Che tempo che fa – mostrano una diminuzione della capacità neutralizzante del siero dei vaccinati nei confronti di questa variante. Ma non si può affermare – puntualizza il virologo – che questo dato di laboratorio sia correlato con minore protezione, per dei motivi molto complessi che è difficile spiegare».

E sulla sua pagina Facebook sbugiarda gli allarmismi su vaccini e varianti

Eppure, dalla sua pagina Facebook, Medical Facts, Roberto Burioni prova ad addentrarsi nella complessa materia. Partendo da un presupposto in grado di tenerlo cautamente a riparo da possibili recriminazioni o smentite di là da venire. Tanto che, nel lungo post esplicativo, il virologo afferma: «Il futuro non possiamo predirlo. Ma non è detto che una variante resistente al vaccino possa comparire. Pensate solo al morbillo – aggiunge poi a sostegno delle sue argomentazioni – che ha un meccanismo di replicazione del suo genoma a RNA molto più impreciso del coronavirus. E questo introduce più mutazioni del coronavirus. Il vaccino contro il morbillo è stato messo a punto negli anni ’60 ed è ancora efficace come il primo giorno. Calma e vaccini, soprattutto tanti vaccini», chiosa quindi con ottimismo Burioni. Se ci sono somministriamoli. Se non ci sono produciamoli. E se siamo in ritardo, non perdiamo altro tempo. Vacciniamo!»…

 

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