Burioni e Garattini concordi: «Sui vaccini ritardo intollerabile. Siamo tra gli ultimi in Europa»

23 Feb 2021 11:02 - di Davide Ventola
vaccini produzione

«Forse era il caso di farsi venire questa geniale idea a novembre quando abbiamo saputo di avere due vaccini dall’efficacia mostruosa e non a fine febbraio. Quattro mesi regalati al virus, centinaia di morti al giorno. Chi ha colpa per questo ritardo intollerabile?». Così Roberto Burioni, commentando la notizia che il governo Draghi intede avviare la produzione di vaccini anziché dipendere dall’estero come ha fatto finora il governo Conte.

Farmindustria conferma: “Per la produzione processi lunghi”

E la colpa del ritardo può iniziare dalla A di Arcuri passando per la C di Conte e finendo alla S di Speranza. Infatti, come ha spiegato il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, «il processo di produzione di un vaccino non è un processo semplice. Sono processi lunghi. Ci vogliono dai 4 ai 6 mesi e per alcuni vaccini si arriva a un anno. Il vaccino è un prodotto biologico e non di origine chimica. Se noi lavoriamo per il mese prossimo non facciamoci illusioni, i vaccini essendo dei prodotti biologici devono avere molti controlli precisi».

Ospite di Radio anch’io su Radio1 Rai, Scaccabarozzi aggiunge: «Dirò al ministro Giorgetti come avviene il processo produttivo. Stiamo verificando se in Italia ci sono macchine già pronte per la produzione e quanto tempo servirebbe per convertire quelle che ci sono o anche per farle nuove. Noi cercheremo di mettere in campo tutte le ipotesi per non lasciare niente di intentato e dare una mano», ha aggiunto.

“Francia e Germania sono più avanti di noi sui vaccini”

«Come Europa bisogna dire che nella pianificazione delle vaccinazioni anti-Covid siamo stati incapaci, perché siamo arrivati con grande ritardo». Muove così il suo rimprovero anche Silvio Garattini, fondatore e presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs, intervenuto ad Agorà su Rai 3.

«Che i vaccini fossero in studio lo sapevamo da febbraio – ricorda – In maggio sono stati lanciati molti appelli al governo perché facesse al più presto possibile delle prenotazioni e il Governo ha aspettato in parte l’Europa». Ma l’Europa è stata lenta, la stessa presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen si è scusata per la lentezza con cui ci si è mossi».

Garattini: “Londra e Tel Aviv si sono mossi meglio”

«Molti Paesi hanno ordinato dosi in anticipo»,  sottolinea il farmacologo. Poi sfata una leggenda divulgata dai supporter del governo giallorosso. «L’Inghilterra non è che abbia più vaccini perché non ha seguito le regole dell’Ema», l’Agenzia europea del farmaco. «Ha più vaccini perché ha pagato in anticipo per averli, e quando il vaccino è stato approvato l’ha potuto avere regolarmente. Israele ha avuto da Pfizer tutti i vaccini necessari perché ha pagato di più. Inoltre ha ricambiato mandando i dati che si accumulavano durante l’utilizzo del vaccino».

«Siamo in ritardo», rileva Garattini. «Hanno vaccinato più di noi Francia e Germania che hanno più riserve – spiega – perché la Francia ha fatto un accordo per utilizzare gli stabilimenti di Sanofi in modo da produrre molte più dosi” di prodotti di altre aziende, e «la Germania ha costruito due stabilimenti in cui realizzare vaccino. Noi potevamo realizzare stabilimenti per produrre vaccino e non l’abbiamo fatto – osserva il presidente del Mario Negri – Potevamo farlo, l’Europa poteva farlo. Ci sono tanti gruppi che hanno la possibilità di preparare il vaccino».

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