Usa, lo Sciamano digiuna in carcere e ottiene cibo bio. La mamma: “Se mangia altro, si sente male”

12 Gen 2021 19:36 - di Agnese Russo
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Da sabato, giorno in cui lo hanno arrestato in Arizona, non toccava cibo. Ma no, non era una forma di protesta politica. Jake Angeli, lo Sciamano di Capitol Hill, al secolo Jacob Chansley, infatti rifiutava il vitto del carcere perché mangia solo cibo organico. E un giudice, sollecitato dall’avvocato e forse dagli appelli della mamma, glielo ha fatto avere. “Si sente molto male se non mangia cibo organico, diventa fisicamente malato”, ha detto la madre Marta, intervistata fuori dal tribunale.

Il giudice ordina: “In carcere date cibo bio allo Sciamano”

Così, sollecitato dalla difesa, il giudice del tribunale di Phoenix ha ordinato la consegna in carcere della dieta speciale a base di cibi naturali. Il legale ha sostenuto che Chansley segue quell’alimentazione così restrittiva forse per motivi religiosi, argomento che evidentemente deve avere avuto una certa presa, sebbene non collimi perfettamente con le preoccupazioni delle madre.

Dubbia l’origine italo-americana

Chansley, 33 anni, si è consegnato sabato all’Fbi. L’accusa contro di lui è di ingresso con la violenza nel Congresso degli Stati Uniti. Di lui si è detto che aveva origini italo-americane, ma ora che è emerso il suo vero nome l’ipotesi, inizialmente data per certa, vacilla fortemente. Seguace della teoria cospirazionista di QAnon, secondo la quale Trump si batte contro una setta satanica di pedofili annidata nei gangli dello Stato, il 6 gennaio lo Sciamano ha anche rilasciato interviste sul tema prima dell’assalto al Campidoglio, del quale è diventato uno dei simboli grazie soprattutto all’abbigliamento caratterizzato dal copricapo di pelliccia con le corna, al petto nudo coperto di tatuaggi e al volto dipinto con i colori della bandiera americana.

In tribunale Chansley tace sull’assalto al Campidoglio

Prima di essere arrestato, poi, nel corso di un’intervista, si era detto “orgoglioso” di quello che aveva fatto e nient’affatto preoccupato, spiegando di aver contattato personalmente l’Fbi. “Sono abbastanza orgoglioso della mia partecipazione. Mi piace pensare – aveva aggiunto – che sono stato osservatore della storia che si faceva davanti ai miei occhi”. In tribunale, dove è intervenuto solo in collegamento telefonico, invece Chansley ha preferito evitare dichiarazioni, specie sull’assalto.

 

 

 

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