Senaldi ridicolizza i comunisti: «Siete diventati i reggipiedi di Casalino e Conte»
Tra un paio di settimane sarà il compleanno del Partito comunista italiano. “Per regalo” il direttore di Libero Pietro Senaldi confeziona un regalino amaro nell’editoriale in edicola. “Il Pci un grande partito nei numeri e nelle ambizioni. Ora nei numeri è risicato e le ambizioni sono quelle di fare i reggipiedi a Giuseppe Conte e Rocco Casalino”. Un bigliettino di auguri niente male. E’ solo l’inizio.
“Si limitano ad occupare poltrone”
“C’era una volta”, dunque, un partito della sinistra , scrive Senaldi. Grande nei numeri, nelle ambizioni, e pure “nelle scemenze con cui lavava il cervello ai suoi elettori. Era il Pd, ex Pds, ex Ds, ex Pci”, spara a zero ricordando alla sinistra il suo inglorioso presente. Oggi quel partito “Vivacchia alla metà dei consensi ai quali lo portò Matteo Renzi, alle Europee del 2014”. Ancora: “È riuscito ad arrivare al governo con un gioco di palazzo, dopo che gli italiani lo avevano bocciato sonoramente, relegandolo dietro al centrodestra e ai grillini”. Cosa fa ora il Pd?” Di fatto non governa, e neppure desidera farlo. Si limita a occupare poltrone, delegando ogni responsabilità e scelta a Conte, ai suoi commissari, alla Ue, perfino a Di Maio”.
Senaldi: le incredibili frottole dei comunisti
Una fotografia impietosamente vera quella scattata da Senaldi. Anche quando scrive che “Gli italiani, anche i più informati, non sanno quale idea del Paese abbiano Franceschini, Boccia, Zingaretti, Marcucci, la De Micheli e Orlando, l’attuale crème dell’ex carrozzone rosso”. Cogliamo fior da fiore in questa antologia del fallimen to di un ex “grande partito”. “Le sole cose che sono rimaste davvero grandi nel Partito Democratico sono le incredibili frottole che i suoi esponenti sfornano a getto continuo per infangare chi li critica“, scrive il direttore riferendosi al comunicato contro Libero con cui il Pd ha accusato il quotidiano di sfornare «fake news che sono un insulto al Paese».
Senaldi: “Anziché difendere il popolo…”
I progressisti di oggi assomigliano molto ai “trinariciuti” di un tempo. “I trinariciuti ce l’hanno con noi – leggiamo – perché abbiamo scritto che tutti i Paesi stanno vaccinando a più non posso tranne l’Italia, a causa di Arcuri”, che ha sbagliato tutto, fatto pasticci. “Ha comprato meno dosi degli altri, non si è coordinato con le Regioni, ha sbagliato l’acquisto delle siringhe, non ha coinvolto nell’operazione la sanità privata”. E vai con altri imperdonabili errori. “Peraltro – questo il paradosso, ragiona Senaldi- le responsabilità principali non sarebbero neppure da imputare ai dem: visto che Conte, Casalino, Arcuri e Speranza, governano la pandemia da soli”.
E qui vien il tragico: “Ma i deputati Pd, anziché difendere il popolo, difendono l’avvocato del popolo e delle cause perse. Brutta fine. Si chiamano democratici ma si accontentano di fare le belle statuine in Parlamento, inghiottendo senza fiatare decreti presidenziali e approvando manovre finanziarie in barba a ogni prassi e regolamento. Hanno abdicato al ruolo di partito guida della sinistra per fare i reggicoda del premier e del super commissario alla pandemia”. Ben triste parabola, chiosa il direttore di Libero: “Un tempo i comunisti mentivano in nome dell’ideologia, per convincere la gente che, se avessero governato loro, sarebbe stata meglio. Oggi mentono in nome della difesa della propria poltrona”. Da applausi.