Sanremo, fioccano idee: dalla platea di medici, al rinvio di Gassman. Ma Mogol sta con Franceschini

30 Gen 2021 15:23 - di Giulia Melodia
Gassmann e Mogol su Sanremo

Sanremo, fioccano proposte. A partire da quella avanzata dall’Omceo di Roma, che va incontro ad Amadeus e suggerisce di riempire la platea, ma solo con medici vaccinati in sala. A quella di Gassmann che indica una soluzione possibile nello slittamento della data del Festival, magari a quando i più saranno vaccinati. Fino a Mogol, il più severo: il paroliere e presidente Siae sta con Franceschini. E incalza: «L’Ariston è un teatro come tutti gli altri. Le regole sono uguali per tutti». Partiamo dalla prima.

Sanremo, Gassmann, Mogol e l’Ordine dei medici: fioccano proposte

In era di pandemia anche il festival di Sanremo dipende dai consigli di medici ed esperti di settore. Non sorprende allora se nell’acceso dibattito su pubblico sì, pubblico no, intervenga de plano il vicepresidente dell’Ordine provinciale di Roma dei medici chirurghi e odontoiatri, Stefano De Lillo, che per la risoluzione della querelle e la pax augustea tra Amadeus, Cts e ministro Speranza, propone: kermesse a «teatro vuoto», con la platea riempita da medici vaccinati. In modo da rendere anche un doveroso  «riconoscimento al lavoro dei camici bianchi».

L’idea dell’Omceo di Roma: medici vaccinati in platea

Dunque, la soluzione possibile individuata da De Lillo per porre definitivamente termine alla disputa in corso, potrebbe essere quella di invitare in platea all’Ariston i medici vaccinati. Una soluzione dal doppio risvolto: che da una parte tributerebbe il doveroso omaggio alla categoria per il lavoro svolto in questi mesi. E, dall’altro, troverebbe una possibile soluzione al problema del “teatro vuoto”. Una proposta su cui, nel caos della situazione e nella difficoltà di mediazione manifestata dalle parti in campo, apre a prospettive pragmatiche e riflessioni sul caso. Un suggerimento che spariglia le carte, quello avanzato dal vicepresidente dell’Ordine provinciale di Roma dei medici chirurghi e odontoiatri, Stefano De Lillo, che agli organizzatori di Sanremo suggerisce: come pubblico presente una platea di immunizzati.

Una soluzione dalla doppia valenza

Insomma, una sala riempita da «colleghe e colleghi medici. E da tutti gli operatori sanitari che hanno già ricevuto entrambe le dosi del vaccino anti Covid». Perché, come spiega a più riprese il numero due dell’Omceo di Roma, «la presenza in sala di medici, sempre nel rispetto dei protocolli sanitari, da un lato potrebbe essere una sorta di premio a tutta la categoria per il lavoro contro la pandemia. E dall’altro eviterebbe di avere l’Ariston vuoto per ragioni di sicurezza».

Sanremo, Mogol parla con Franceschini: «Le regole sono uguali per tutti»

Non solo. Sulla vicenda, giusto oggi, è intervenuto anche Mogol. Il quale, in veste presidente della Siae, in una nota ha sottolineato che «l’Ariston è un teatro e come tutti gli altri». E, in quanto tale, «è sottoposto alle limitazioni imposte dalla pandemia. Viviamo un periodo difficile e nessuno deve essere messo a rischio. Le regole – evidenzia il celebre paroliere – devono essere uguali per tutti. Non servono certo forzature». Una posizione, quella di Mogol, che nella giornata di ieri ha parlato con il Ministro Franceschini per condividere questa sua posizione. E che, di fatto, ribadisce il no ad Amadeus. Senza proporre, al contrario di De Lillo, possibili soluzioni alternative. Auspicare, quindi, come pure il presidente Siae fa in calce alla sua nota, che «i settori della musica e dello spettacolo possano rapidamente tornare in scena in sicurezza», resta un appello come i tanti lanciati e ribaditi negli ultimi mesi da un settore in ginocchio. Vessato dalla pandemia e dai dpcm pensati per arginarla.

Sanremo, Gassmann: «Meglio spostare la kermesse in avanti»

Nell’infuocato dibattito si inserisce in queste ore anche Alessandro Gassmann. Che, in un’intervista rilasciata al Corriere della sera, s’inserisce in una posizione mediana tra l’ossequio ai diktat dei ministri di centrosinistra che hanno voce in capitolo sulla vexata quaestio e l’appartenenza a un mondo professionale in crisi anche per le misure di governo applicate sullo spettacolo che hanno ridotto allo stremo un intero settore. Come uscirne allora? La proposta dell’ attore, regista e scientista convinto, che sa di cerchiobottismo funzionale, suggerirebbe di «spostare la kermesse in avanti». «Sarebbe una doppia festa – si entusiasma Gassmann illustrando la sua proposta di compromesso –. E magari con tutti i cantanti vaccinati».

«Capisco Amadeus, ma deciderà la scienza»

«Francamente capisco i dubbi di Amadeus, se fossi in lui non saprei cosa fare. Sanremo è l’apoteosi del pop, è uno spettacolo fatto per il pubblico a casa e farlo senza spettatori che applaudono ne ridurrebbe notevolmente l’impatto», aggiunge poi Alessandro Gassmann. Ma che idea s’è fatto l’attore sul tema Sanremo sì, Sanremo no che tiene banco da giorni? «È un argomento molto delicato – ribatte dalle colonne del Corriere – ogni giorno continuano a morire centinaia di persone. Dall’inizio della pandemia penso sempre la stessa cosa: che si debba dare ascolto e seguito soltanto alle indicazioni degli scienziati e dei virologi. Se un esperto mi dice che Sanremo si può fare si fa. Se mi dice che non si può fare non si fa».

 

 

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