Renzi vince il primo round della crisi. Ma per aggiudicarsi il match deve impallinare Conte
Supera abbondantemente la soglia del ridicolo il grillino Davide Crippa quando azzarda la richiesta di «sostegno» ai renziani ma non a Renzi. Da un capogruppo parlamentare (lo è alla Camera) sarebbe lecito attendersi maggior realismo politico. Vero è che deve preparare i 5Stelle a baciare l’ennesimo rospo, a rimangiarsi l’ennesima promessa: mai più con lui. L’aveva detto – ricordate? – Di Maio in persona poche ore dopo il ritiro della delegazione di Italia Viva dalla maggioranza: «Le nostre strade di dividono per sempre». Sempre e mai: eccoli i difetti di fabbrica della nuova politica. Impegni solenni destinati ad accartocciarsi come cartapesta di fronte alla ferrea logica della politica.
I 5stelle: «Sì a Italia Viva, no al suo leader»
Non a caso ne sembra immune (solo in parte) il vincitore di questa prima mano della crisi, proprio quel Matteo Renzi che pure aveva visto i sorci verdi quando dc vecchi e nuovi sono in corsi in soccorso del premier senza numeri. Suo merito è aver tenuto unito il gruppo al Senato (due sole defezioni) nel momento in cui la caccia al transfuga prometteva bottino da safari. Ad avverarsi, invece, è stata la sua “profezia”: «Conte non troverà i numeri per sostituirci». E così è stato. Per poi incassare, sull’abbrivio della conta sfigata (per Conte), anche il secondo risultato preventivato: le dimissioni del premier.
Tra Renzi e prende sfida nella sfida
È il motivo per cui Renzi non parla. Sa che ogni parola potrebbe rompere l’incantesimo. Non parla perché ignora la consistenza dell’elenco di “responsabili” esibiti da Conte al Colle. È la sfida nella sfida tra i due: l’Avvocato del popolo che vuole sì riportare l’ex-Rottamatore in maggioranza, ma da aggiunto. Senza, cioè, potere di veto. Renzi, al contrario, vuole capire se è determinante per tentare l’estremo azzardo: sì al governo, ma con un nuovo premier puntando tutto sul terrore delle urne che sovrasta il Parlamento. Un esito non improbabile. Non è forse vero che il nemico più temibile di Renzi è Renzi stesso? Certo, ma riguarda il futuribile. Il presente dice che il primo round lo ha vinto lui.