Questo governo ha annientato il ceto medio: due lezioni per uscire dalla crisi
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Gli antichi greci, la civiltà più eletta della Storia, più limpida, ben precisata, la civiltà che ha separato la religione dalla filosofia, disprezzavano, schifandosene, coloro i quali si dedicavano a far denaro per fare altro denaro. Platone, a riguardo, è un giudice impietosissimo. Ma senza idealizzare, perfino nel Rinascimento continuava questa mentalità; e addirittura coloro che si dedicavano al denaro per fare denaro, erano tacciati di incapacità a godere la vita; a usare il denaro per lo scopo sommo dell’esistenza: la felicità, l’arte, l’amore.
La lezione dei Greci
La ricchezza per la ricchezza, pietrifica la ricchezza, non le aggiunge altro scopo. La ricchezza è un mezzo, non il fine. Almeno la civiltà ‘classica’ sosteneva tale concezione. Il che non significa minimamente disprezzare il denaro, ma disprezzare un certo uso del denaro.Pericle impiegava le ricchezze degli ateniesi per abbellire Atene, Lorenzo il Magnifico, i pontefici del passato, molti imperatori romani si onoravano di avere gli artisti come utilizzatori della loro ricchezza. Bene, ossia male, malissimo, quell’epoca è finita. E non che non fosse un’epoca in giustissima: gente affamata, schiavizzata, ma c’era un’aristocrazia dell’arte e del pensiero.
La nostra epoca compie un capolavoro di inciviltà: impoverisce, schiavizza la gente, ma non c’è un’aristocrazia del pensiero e dell’arte. C’è una ricchezza orientata verso la tecnologia, che è mirabile e tuttavia è un mezzo, non un fine. E siamo al presente. Capisco la indignazione dei santi, i quali verticalizzano la loro esistenza per gli altri; ugualmente gli artisti. Perché, insisto, la tragedia della nostra epoca è la ricchezza senza scopo o che ha per scopo la ricchezza. E torno a dire, non che la tecnologia non valga, tutt’altro, ma non è il fine della società, è un mezzo. A quale scopo la tecnologia? Veniamo all’oggi.
Vi sono due prospettive, una a breve termine, che può durare decenni e l’altra a lungo termine. A breve termine ci sarà l’impoverimento, la povertà, la miseria. Non bisogna farsi illusioni. I poteri del denaro per il denaro vogliono questo e stanno utilizzando il collasso sanitario per annichilire le società. Non so quanto durerà questo orientamento, ma sta prevalendo nelle società terrorizzate dal virus. Società che non hanno ancora capacità di reazione.
Cambierà qualcosa con il “magico” vaccino? Non credo, se lo scopo è annientare la classe media e il proletariato, sarà perseguito in ogni caso. Vedremo.Nel breve termine, la società deve trovare in se stessa la capacità di sopravvivere. In vari miei scritti ho considerato come la società potrebbe agire e tutelarsi. Innanzitutto, il mio progetto essenziale: l’impresa di lavoratori. Non aggiungo altro, ne ho scritto da anni. I lavoratori devono auto-occuparsi.
Governo Conte, peggior nemico dell’economia
In secondo luogo, ciò che definisco ‘baratto sociale’, vale a dire uno scambio di prestazioni senza denaro. E’ una misura essenzialissima; parrocchie, caserme, comuni, scuole, tutti gli organismi pubblici e privati; la stampa, la radio, le televisioni locali e non locali attestino la disponibilità di ciascuno a scambiare prestazioni con gli altri. Per esemplificare, se io posso insegnare, ma ho bisogno di un muratore, di un pittore, di un idraulico, magari do lezione ai loro figli; se io non ho la macchina o non so guidare, vengo trasportato da chi ha la macchina e sa guidare ed il mio corrispettivo è secondo le mie disponibilità operative, mai denaro.
Accanto al baratto sociale delle persone, c’è il baratto degli oggetti: per dire, scambio un armadio con un tavolo, da incrementare enormemente il riciclaggio, l’usato… Le nostre società sperperano sconfinatamente proprio nel campo dell’usato e del riciclaggio. Capisco perfettamente: sono misure d’emergenza di una società impoverita. Non vorremmo, non vogliamo questo, ma se la situazione continua al modo presente, saremo obbligati ad ingegnarci.
Ovviamente da considerare, sul modello dell’antica Roma, il dare in proprietà case abbandonate, terreni inutilizzati a chi li fa rinascere; ciò non esclude ovviamente la carità, i grandi lavori pubblici e il sostegno alle imprese. Ma non bisogna fidarsi sempre dello Stato. Se cade in mani di un Governo come attualmente ne abbiamo, lo Stato è il peggior nemico dell’economia.