Montesano, dopo le minacce di morte, annuncia querela: «È frutto di un clima da regime»
Contro Montesano minacce di morte e insulti via social. E lui annuncia querela: «È frutto di un clima da regime totalitario». L’attore non ci sta. Va bene il dibattito. La discussione democratica. Il confronto rispettoso, anche se parte da divergenze d’opinione e conduce a una sintesi impossibile. Ma la minaccia. L’insulto, non possono passare… Eppure, è proprio quello che sta accadendo all’attore romano che, in epoca di pandemia, si è fatto spesso notare per prese di posizione in controtendenza con il comune sentire. Perché, come sostiene Montesano stesso, «il dubbio dovrebbe sollecitare una pacata riflessione. Un confronto. Un ragionamento. Invece no: o si accetta il loro pensiero, o se hai un minimo di dubbio, vieni subito criminalizzato. È estremamente antidemocratico. Totalitario e dittatoriale».
Montesano, minacce di morte e insulti: l’attore annuncia querela
Ma Montesano ci tiene alla sua identità di artista libero pensatore e sincero dissidente. Un uomo, e un uomo di spettacolo, che non ha fatto certo mistero, negli ultimi, difficili mesi, di essere in aperto disaccordo con quanto disposto, e validato a suon di Dpcm dal governo. Sia in termini di misure sanitarie, che di restrizioni sociali anti-coronavirus. Dalla mascherina ai lockdown, insomma, fino al combinato disposto di emergenza e prevenzione, hanno giustificato. Quasi una crociata, la sua, combattuta in punta di parole via social, ma sempre con garbo ed equilibrio. Eppure oggi, a fronte dei suoi affondi in punta di fioretto, gli utenti replicano con la scure. E postano, senza perifrasi o diplomatiche la vergogna di insulti e minacce di morte, che alimentano una schermaglia degenerata in rissa virtuale violenta. Frutto, commenta Montesano in un doloroso sfogo con l’Adnkronos, di «brutto clima, dittatoriale e da regime totalitario» che, ribadisce, «preoccupa chi è nato in democrazia».
Minacce di morte e insulti, Montesano: «Col mio avvocato abbiamo fatto un elenco preciso»
Una sequela di aggressioni verbali, quella arrivata a suon di post all’attore romano, che non gli ha risparmiato nulla. Dal malaugurio: «Spero che muoia», «spero che ti prenda il Covid». All’ironia macabra: «Ma non eri già morto?». Passando per tuta una serie di offese e intimidazioni assolutamente inaccettabili. E, come sottolinea l’Adnkronos, sono solo alcuni degli “auguri” che Montesano ha ricevuto. Una lista “sconcertante”, su cui il comico capitolino rivela: «Sinceramente non me lo aspettavo. Ho sempre espresso le mie idee con educazione e garbo». Ora però, aggiunge a stretto giro, «io e il mio avvocato abbiamo fatto un elenco ben preciso, e procederemo. Perché il dissenso educato e sui contenuti ben venga. Ma le minacce e gli auguri di morte sono una cosa grave. E non credo, in coscienza, che possano passare sotto silenzio».
«Procederemo in tutti i casi in cui ci sono gli estremi della querela»
Poi prosegue. «Mi sono solo limitato a dire che se ci sono delle cure alternative. Che preferisco quelle per ora, perché è scientificamente provato che ci siano dei farmaci che grazie al cielo hanno guarito tante persone – sottolinea Montesano –. La differenza è che se cominci una cura farmacologica che ti da effetti negativi, la puoi sospendere. Ma se ti iniettano un siero, non puoi più farci nulla». Idee personali e lecite, che hanno provocato però una “shitstorm” social violenta, che l’attore non si aspettava. E così, sconcertato e quasi incredulo, annuncia di adire alle vie legali contro chi dal dissenso è passato all’insulto. Dalla divergenza d’opinione alla minaccia cruda e immotivata. E annuncia: «Mi sono rivolto all’avvocato, che non esiterà a procedere in tutti i casi in cui siano riscontrabili gli estremi della querela. Pagheranno in moneta, magari così capiranno che insultare, offendere, augurare la morte solo per aver espresso un parere non conforme. Sollevato un dubbio, che tra l’altro è alla base della scienza, non è una cosa che può restare impunita».
E citando Longanesi: «Bevono un bicchierino di livore e poi parlano»…
Una valanga di insulti, quella riportata dall’attore, che spazia dalle minacce alle offese gratuite. Dal «vaffanc**o» all’ingiuria sportiva : solo un «tifoso laziale», postato spregiativamente, è chiaro. Dall’accusa di essere un «ex comunista rinnegato», fino all’opposto: «Fascista di me**a…». E così via. Una sequela interminabile su cui, molto più saggiamente, l’attore conclude citando Longanesi. Che diceva: «Bevono un bicchierino di livore e poi parlano». Una citazione dotta a cui l’attore aggiunge la conclusione: «Creano un po’ di stress, certo, ma non mi spaventano, perché la verità non si può tacere per paura».