Lite Mastella-Calenda, secondo round. Dopo gli insulti, “una promessa”: ci vediamo in tribunale

18 Gen 2021 15:13 - di Chiara Volpi
Lite Calenda e Mastella

È lite tra Calenda e Mastella: conclamata con tanto di diffida reciproca a procedere con la querela. Clemente Mastella attacca Carlo Calenda a Mezz’ora in più. E il leader di Azione telefona a Lucia Annunziata. «Spero per i romani che Calenda non diventi sindaco di Roma. Calenda è un burinotto, pariolino e figlio di papà. Non sono io che offendo lui. Ma è lui che ha offeso me», contrattacca Mastella, tornando sulla celeberrima telefonata fatta al leader di Azione. Calenda, ieri ha reso noto di aver ricevuto una telefonata da Mastella con un “sondaggio” per capire la posizione del candidato sindaco di Roma nei confronti del governo Conte. Ma il sindaco di Benevento smentisce nella sostanza e rispedisce le accuse al mittente.

Lite tra Calenda e Mastella: il secondo round

Il duro scontro tra Carlo Calenda e Clemente Mastella si inserisce nel caotico quadro della crisi di governo. E dopo il furioso scambio di insulti di ieri, tra un epiteto (“pariolino”) e un insulto (solo un “sensale”), volano come gli stracci tra i due. E oggi la lite si aggiorna al secondo round. «Comunque anche io ho avuto l’onore di una telefonata del simpatico Clemente. Una roba tipo tu appoggi Conte e il Pd appoggia te a Roma. Scarsa capacità di valutare il carattere degli uomini. O quanto meno il mio #costruttori del nulla», scrive il leader di Azione, affidando a Twitter il seguito della polemica, riferita puntualmente dall’Adnkronos. E facendo riferimento ad un’offerta ricevuta, aggiunge: «Ho riflettuto un giorno sul rendere pubblica una telefonata privata. E tuttavia – prosegue Calenda – considero questa offerta un insulto personale e un dato politico rilevante per capire il quadro di degrado in cui versiamo. Ps. Non ho motivo di pensare che il Pd fosse a conoscenza di quanto detto».

Botta e risposta al vetriolo

La replica furente di Mastella non si fa attendere: «Sei una persona di uno squallore umano incredibile». «Ti ho telefonato per chiederti cosa facevi e mi hai detto che eri contro Renzi. Allora sei per il Pd? No, mi hai risposto: “Il Pd mi dovrà scegliere per forza come candidato sindaco”. Poi hai aggiunto: “Ne parlo”. Quanto a me, non ho alcuna titolarità per parlare a nome del Pd. Sei rimasto quello che conoscevo all’epoca del Cis di Nola, che era il referente per le segnalazioni. Ruolo modesto, perché sei moralmente modesto», chiude la stoccata il sindaco di Benevento. Calenda torna sull’argomento rispondendo ad utenti e follower su Twitter. «Io sono totalmente inaffidabile per intrallazzatori e responsabili. E ritengo un insulto pensare che non lo sia. Così come ritengo un insulto la telefonata di Mastella. Le sue offerte le andasse a fare in luoghi diversi», scrive il leader di Azione. Ma l’ultima parola spetta a Mastella che dalla sua ha la conferma di essere determinante nello scombussolare il pallottoliere del premier. Dopo tre giorni di trattative l’Udc si sfila, infatti. E fa traballare l’operazione responsabili, con Mastella che annuncia e ribadisce: «Non ci prestiamo a giochi di palazzo. Stiamo nel centrodestra».

Da “sensale” a “Sancho Panza”: volano fendenti

Le accuse di Calenda perdono quota. E anche se insiste: «Io ho milioni di telefonate politiche. E anche in questa circostanza ho parlato con esponenti politici di politica. Ma è la prima volta che un sensale che non ho mai conosciuto mi avvicina per comprare il mio appoggio». L’esponente Udc replica secco: «Calenda? Un gregario era tanti anni fa, quando l’ho conosciuto, e tale rimane. Ma Sancho Panza non diventerà mai Don Chisciotte. Un goffo pallone gonfiato al quale non ho fatto alcuna offerta. Potevo mai parlare a nome del Pd? Questo Calenda o ci è o ci fa. Decisamente ci è».

Oggi il secondo round, Mastella: «Ci vedremo in tribunale»

«Io conosco Calenda da 20-30 anni – dice Mastella riferendosi alla telefonata, rivelata dallo stesso leader di Azione –. Ma evidentemente il rapporto tra i due non induce a miti pretese. E oggi il diverbio si amplifica. Si aggiorna a nuove accuse. Nuove recriminazioni. Fino all’ultimatum con cui, entrambe, si minacciano querela. «Ci vedremo in tribunale – ha commentato a caldo il sindaco di Benevento in risposta all’annuncio della querela da parte del leader di Azione –. La mia querela a Calenda l’avevo sospesa. Ora anche il mio avvocato ha materia per far valere le mie ragioni. Io sensale, io figuro, io venditore? A presto…», conclude Mastella. Ma sembra che i due siano appena all’inizio...

 

 

 

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