La madre di un tetraplegico contro la campagna vaccinale: “Quelli come mio figlio sono stati dimenticati”

19 Gen 2021 15:13 - di Penelope Corrado
campagna vaccinale

Nella campagna vaccinale, Speranza e Arcuri hanno dimenticato i pazienti fragili.  La denuncia è firmata dalla mamma di “Valerio, ragazzo di 28 anni tetraplegico e ventilato da quando ne aveva 14”. La donna ha scritto una drammatica lettera al Corriere della Sera. “Quando è prevista per la dose per quelli come mio figlio? Prima degli anziani? Insieme ai sessantenni? Dove? All’interno di una struttura protetta? Credo – si legge nella lettera – che pazienti del genere abbiano la priorità su tutti, rischiano la vita tutti i giorni. Chi decide se vale di più la vita di un anziano o di un giovane malato?”.

La campagna vaccinale dimentica i pazienti a rischio

Una domanda drammatica, che rischia di rimanere lettera morta. La donna si firma Angela Rossi e racconta la vicenda di suo figlio.  “È collegato a un ventilatore polmonare 24 ore su 24 con criticità immaginabili data la condizione irreversibile. Il ventilatore apporta aria ai polmoni attraverso una cannula inserita dall’esterno in trachea, una vera «finestra sui polmoni», poco protetti dagli agenti esterni. Paziente fragile? Fragilissimo! E non è il solo purtroppo, di persone tracheotomizzate ce ne sono tante (non solo pazienti Sla e Sma). E per continuare tantissimi giovani, malati cronici, con patologie autoimmuni, tumori, diabete, trapiantati etc. Per loro la parola d’ordine è isolamento domiciliare, isolamento dai servizi di fisioterapia, dagli affetti più stretti che sono il supporto fondamentale e necessario per sopportare condizioni di vita molto dolorose”.

“Il governo ignora i pazienti fragili e i caregiver”

La signora Angela evidenzia un’altra categoria ignorata dalla campagna vaccinale. “I caregiver, di cui la maggior parte della popolazione non conosce nemmeno l’esistenza (e a quanto pare anche il governo). Persone, parenti, genitori e fratelli o sorelle con ruolo di assistere i malati e che ovviamente non possono esimersi dal contatto con loro. Seguo attentamente la campagna vaccinale sui media e noto con rammarico che si parla poco dei pazienti fragili. Sinceramente non mi è ancora chiaro quando è prevista per loro la dose, prima degli anziani? Insieme ai sessantenni? Dove? All’interno di una struttura protetta? Credo che pazienti del genere abbiano la priorità su tutti, rischiano la vita tutti i giorni. Chi decide se vale di più la vita di un anziano o di un giovane malato?”. Tutte domande che aspettano una risposta immediata dal ministro della Salute e dal commissario straordinario. A loro non si può rispondere con slogan o con le solite promesse.

I vaccini per i pazienti oncologici o fragili? Da marzo

Nelle scorse ore, alcuni scienziati hanno sollecitato il governo sulla tempistica della campagna vaccinale. “Auspico che il vaccino anti-Covid venga fatto ai pazienti oncologici entro febbraio. Ne ho parlato anche con il commissario straordinario all’emergenza Domenico Arcuri”. E’questo l’appello lanciato da Francesco Cognetti, presidente Fondazione Insieme contro il cancro e direttore Oncologia medica dell’Istituto nazionale tumori Regina Elena di Roma. Una aspettativa che rischia di andare delusa, come rivela il sottosegretario Sileri. La vaccinazione anti-Covid ai pazienti fragili e oncologici “inizierà un po’ più avanti rispetto a febbraio, si aspetta anche l’ok al vaccino di AstraZeneca”. Un ritardo che allarma, inevitabilmente, malati e pazienti.

 

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