Il commissario Arcuri fa l’ottimista: «Non siamo in ritardo sui vaccini». Ma ci crede solo lui

5 Gen 2021 10:13 - di Giorgia Castelli
Arcuri

Domenico Arcuri assicura che l’Italia non è in ritardo sulle vaccinazioni. Ma sembra l’unico a crederci. «Sono passati solo 4 giorni dall’inizio della campagna, è davvero presto e sarebbe strumentale fare già consuntivi. Sono certo che lo spirito di collaborazione che abbiamo messo in campo porterà rapidamente ad azzerare queste asimmetrie. E se così non sarà di certo non mi esimerò dal denunciarlo». In una lettera al Corriere della Sera, il commissario per l’emergenza sanitaria mette le mani avanti e respinge le polemiche sulla partenza lenta della macchina dei vaccini in Italia.

Arcuri: «Il primo stock è arrivato cinque giorni fa»

«Dopo il simbolico vaccine-day del 27 dicembre, il primo stock è arrivato cinque giorni fa», informa Arcuri. «È stato attivato l’articolato piano logistico e organizzativo che abbiamo predisposto. In poche ore i vaccini, insieme a siringhe, aghi e diluenti, sono stati consegnati ai 293 punti di somministrazione preposti alla vaccinazione. Che spetta alle Regioni. Basterebbe andare sul nostro sito che informa i cittadini sull’andamento della campagna di vaccinazione per conoscere gli indirizzi di questi centri».

Arcuri: «Aspettiamo Moderna»

Attraverso l’Europa, spiega Arcuri, sono stati «opzionati i vaccini di 6 aziende che porterebbero in Italia 178 milioni di dosi quest’anno e 48 nel 2022». Ma fino a oggi c’è in campo solo il vaccino Pfizer/BioNTech, di cui all’Italia spettano «quest’anno 40 milioni di dosi: si comincia con 2.349.750 a gennaio e 1.879.800 a febbraio. Con una frequenza di 470mila dosi la settimana». E poi ancora. «La Pfizer è la sola azienda autorizzata a immettere in commercio il proprio vaccino; lo distribuisce ai Paesi Ue in percentuale alla loro popolazione; all’Italia spetta il 13,46%; riceviamo quindi 470mila dosi a settimana». Aggiunge Arcuri che «saremmo i primi a volerne molti di più. Perciò aspettiamo Moderna: sarebbero altre 20 milioni di dosi per l’Italia».

Il piano vaccinazioni

E poi ancora: «Il piano per la vaccinazione è stato approvato dal Parlamento il 2 dicembre. Contiene alcune importanti decisioni. Il vaccino è gratuito per tutti e non è obbligatorio per nessuno. Sono individuate le categorie dei cittadini da vaccinare nel corso del tempo in funzione di due parametri: il livello di esposizione potenziale al contagio e la fragilità».

«Prima – continua Arcuri – il personale sanitario e sociosanitario dei presidi ospedalieri, con l’obiettivo di far diventare “Covid-free” i nostri ospedali, nonché il personale e gli ospiti delle Rsa, perché non siano mai più teatro di quei terribili focolai. Un milione e 800mila persone a cui contiamo di somministrare entrambe le dosi entro il prossimo mese».

A febbraio si parte con gli ultraottantenni

«A febbraio partiremo con le persone che hanno più di 80 anni, oltre 4 milioni. Poi saranno vaccinati gli anziani dai 60 agli 80 anni, le forze dell’ordine, gli insegnanti e il personale scolastico, i fornitori di servizi pubblici essenziali, gli operatori del trasporto pubblico locale, il personale carcerario e i detenuti».

«E, infine, il resto della popolazione. Serviranno milioni di dosi (fino a 120 per tutti gli italiani) e, quando ci saranno, sarà avviata la campagna di vaccinazione di massa, che speriamo di concludere in autunno. I punti di somministrazione diventeranno 1.500, uno ogni 40mila abitanti. Il sistema informativo entrerà a pieno regime e servirà a prenotarsi, governare la somministrazione, la sua accountability e la farmaco-vigilanza».

Per rispettare i target “serviranno dei rinforzi” scrive ancora Arcuri nella lettera al Corriere, «abbiamo avviato una call pubblica e ricevuto 22mila candidature di medici e infermieri. Quattro giorni fa è entrata in vigore la norma che ci consente di attivarli. I primi saranno formati ed inviati sui territori entro la fine del mese».

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