Covid, Ricciardi: «Riaprire le scuole con 20mila casi al giorno è una follia. I contagi cresceranno»
Da una parte ci sono Conte e i Cinquestelle, che ogni giorno danno i numeri sui vaccinati in Italia per nascondere i ritardi. Dall’altra ci sono i virologi che invece affermano il contrario, denunciando le lentezze nell’azione. E dall’altra ancora ci sono gli esperti, come Walter Ricciardi, che dicono chiaro e tondo che le cose non vanno per il verso giusto. E Ricciardi è il consigliere del ministro della Salute, ragion per cui le sue parole rendono chiare le tensioni che ci sono a Palazzo Chigi.
Ricciardi e la riapertura delle scuole
«Le soluzioni decise non saranno sufficienti, è evidente. Così i contagi cresceranno ancora». È quanto afferma Ricciardi al Messaggero. «Pensare di riaprire le scuole, con 20mila casi al giorno, non ha senso. Quando ci sono così tanti casi, l’unica soluzione è limitare la circolazione delle persone il più possibile. Come si può pensare di rimettere in moto milioni di italiani? Quando avremo poche migliaia di casi e saremo di nuovo in grado di tracciare e testare, allora sì, le scuole saranno le prime da riaprire. La circolazione del virus è ancora intensa. Questo stato di emergenza per altri sei mesi è necessario».
«Bisogna anticipare il virus, non inseguirlo»
«Le misure per fermare la trasmissione di Sars-Cov-2 vanno mantenute in maniera coordinata sul territorio italiano. E in modo comprensibile ai cittadini. Soprattutto devono essere applicate in maniera costante. Le pandemie sono fenomeni che durano anni, sicuramente mesi», aggiunge il consigliere del ministro della Salute. «Bisogna attrezzarsi per combatterla. Però bisogna utilizzare questo stato di emergenza per dare messaggi chiari e veritieri agli italiani e adottare misure efficaci. Bisogna cercare di anticipare il virus, non inseguirlo. La sfida di oggi è questa. Ma non ci stiamo riuscendo».
Circolazione troppo alta
«Le misure differenziate tra regioni sono sacrosante», continua Ricciardi. «Però sono sacrosante nel momento in cui abbiamo limitato la circolazione in tutto il Paese. Oggi, al contrario, è troppo alta. Di più: la circolazione è elevata non solo in tutta Italia, ma in tutta Europa. E queste misure non riusciranno a tenere sotto controllo l’evoluzione dei contagi».