Contratto Pfizer: ecco le clausole e le penali. Per questo l’azienda può tagliare le forniture

25 Gen 2021 9:05 - di Mia Fenice
Pfizer

Ecco le carte del contratto Pfizer. Il Corriere in esclusiva pubblica le carte secretate da Ue e case produttrici del vaccino contro il Covid 19. E spiega perché l’Italia non può rispettare i tempi della campagna vaccinale che dovrebbe chiudere a fine settembre.  Il Corriere svela clausole, penali, scadenze e costi. Il contratto firmato dalla Commissione Ue con la multinazionale è tra l’altro identico a quello chiuso con le altre cinque case farmaceutiche che producono il vaccino. Il tutto parte dalla data dell’8 gennaio 2021. Quel giorno Pfizer ha ottenuto dall’Ema l’autorizzazione a sostenere che ogni fiala prodotta con il suo marchio contiene 6 dosi di vaccino e non 5.

Pfizer, il contratto e le penalità

In caso di inadempienze le penalità non scattano in maniera automatica. Che cosa significa? Spiega il Corriere che questo dettaglio permette alla multinazionale – dunque a tutte e sei le case farmaceutiche – violazioni difficili da contestare e contrastare. Si legge ancora sul Corriere che prima ancora di firmare il contratto definitivo, la Commissione si impegna con Pfizer e BioNTech a finanziare la ricerca e la sperimentazione del vaccino in vista della possibile approvazione delle agenzie regolatorie, Ema per l’Europa e poi quelle nazionali, Aifa per l’Italia. Il risultato è che l’Italia e gli altri Paesi della Ue, in piena seconda ondata,  accettano la linea imposta da Bruxelles. Di che cosa si tratta? Versare  soldi a fondo perduto. Si prendono, quindi  il rischio di perderli se i test hanno un esito negativo. L’11 novembre il contratto è firmato.

Le tappe salienti

Ecco nel dettaglio cosa accade. Il Corriere ripercorre tutte le tappe salienti. Il 21 dicembre 2020 l’Ema approva il vaccino di Pfizer-BioNTech. Si stabilisce la ripartizione di 300 milioni di dosi. All’Italia spettano inizialmente 26,5 milioni di dosi che diventano 40 milioni dopo la firma di un contratto aggiuntivo. È il 13,46 % del totale. Nel primo trimestre del 2021 la fornitura prevista è di 8,7 milioni di dosi. Ma bisogna fare attenzione perché nei contratti si parla sempre di dosi, mai di fiale.

Ecco i termini dell’accordo

Scrive il Corriere che i termini dell’accordo europeo sono vincolanti per tutti gli Stati. E hanno una serie di disposizioni molto precise. Dopo la firma della Commissione europea ogni Stato sottoscrive due lettere d’ordine secondo uno schema predeterminato da Bruxelles, identico per ciascuno Stato membro. «Le condizioni sono interamente previste dal contratto con l’Unione europea e reiteratamente richiamate negli ordini firmati dagli Stati che ne sono una mera esecuzione». Vengono fissate quantità e costi e tempi delle forniture per ogni Paese.

Cosa prevedono i contratti

I contratti, riporta il Corriere, prevedono «allocazioni di dosi su base trimestrale». Le consegne avvengono invece «su base settimanale e secondo le indicazioni successivamente ricevute da Pfizer». Nel contratto le penali «sono esclusivamente sulle forniture trimestrali e non su quelle settimanali». Per avere chiare le conseguenze basta  esaminare quanto sta accadendo in questi giorni riportato nei documenti a disposizione dell’Avvocatura dello Stato: «Finora in nessuna settimana Pfizer ha consegnato effettivamente le dosi che aveva comunicato in precedenza». In quella del 18 gennaio «ne ha consegnate 397.800 invece di 562.770». Nell’ultima settimana c’è stato «un taglio del 29%, che nella prossima scende al 20%». Fino al 31 marzo – quando si avrà il bilancio definitivo del primo trimestre – non sarà possibile contestazioni.

La clausola di salvaguardia per Pfizer

La vera clausola di salvaguardia per Pfizer e le altre società farmaceutiche, scrive ancora il Corriere, è l’articolo dell’accordo che chiarisce termini ed entità delle sanzioni previste nel caso di inadempienza. Il contratto fissa infatti «una penale del 20% del valore delle dosi non consegnate» che aumenta in base ai giorni di ritardo. Ma chiarisce che «l’applicazione delle penalità non è automatica»: alla fine del primo trimestre deve essere esplorata la strada per un “rimedio” all’inadempienza. Tra le possibilità ci sono: il diritto al rimborso, la cessazione del contratto e, solo alla fine, l’applicazione della penale.

Il contratto Pfizer e le dosi

Scrive ancora il Corriere che inizialmente era stato comunicato che ogni fiala contiene 5 dosi. Tutto cambia però l’8 gennaio, a forniture già concordate, quando Ema certifica che «da un’ampolla del vaccino anti Covid Pfizer-BioNTech si potranno vaccinare 6 persone invece di 5». Poi le modalità di somministrazione: «Per estrarre sei dosi da una singola fiala, è necessario utilizzare siringhe o aghi a basso volume morto… Se la quantità di vaccino rimanente nel flaconcino dopo la quinta dose non è in grado di fornire una dose completa (0,3 ml), l’operatore sanitario deve eliminarla».

Le consegne concordate

Scrive ancora il Corriere che si tratta di un appiglio che Pfizer può utilizzare per ridurre le consegne concordate. Nelle lettere d’ordine dei singoli Stati si parla sempre di dosi e mai di fiale. Il 15 gennaio Pfizer comunica ufficialmente a tutti i referenti europei – per l’Italia il commissario Domenico Arcuri – che «a partire dal 18 gennaio 2021 ogni vassoio spedito conterrà 1.170 dosi e non più 975, con una riduzione del 20 % del numero di fiale». I tagli effettuati finora da Pfizer – che più volte ha promesso di volere «tornare a regime nelle forniture già dalla prossima settimana – sono ancora più marcati di quelli che sarebbero serviti a compensare il passaggio da 5 a 6 dosi per fiala». La settimana scorsa, come già ricordato, la riduzione è stata del 29%.  Per questo, ricorda il Corriere, la diffida per inadempimento che già oggi potrebbe partire dall’Italia nei confronti di Pfizer contesterà il fatto che “non è stata rispettata la pianificazione settimanale” comportando «pregiudizi per la corretta prosecuzione della campagna vaccinale, impostata sulla base delle formali pianificazioni» di Pfizer.

Lo slittamento della vaccinazione degli ottantenni

Un esempio, scrive il Corriere,  è lo slittamento della campagna per le persone con più di 80 anni, confermato ieri. Dopo la diffida, restano due strade possibili. La prima è quella penale: presentazione di un esposto alla Procura di Roma per «verificare la veridicità che le forniture siano state destinate ad altri Paesi», ipotesi più volte smentita dall’azienda, e una «valutazione su frode nelle pubbliche forniture e aggiotaggio». L’altra strada è chiedere all’Unione europea di «valutare l’avvio di una controversia presso il foro di Bruxelles nell’interesse dell’Italia, come Stato membro».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *