Conte, caccia a 10 centristi e il suk continua. Cesa si spazientisce: ho bloccato whatsapp…

21 Gen 2021 8:26 - di Riccardo Angelini

Giuseppe Conte ha bisogno di tempo per formare un gruppo parlamentare di centristi che sostituisca Italia Viva. E’ questa la condizione per restare a Palazzo Chigi e a questa condizione il Capo dello Stato, nonostante le perplessità sui numeri, sarebbe disposto ad attendere.

Conte a caccia di 10 parlamentari

Conte, scrive il Corriere, è a caccia di dieci parlamentari che, secondo le sue aspettative, dovrebbero arrivare da Italia Viva e da Forza Italia. A dimettersi non ci pensa nemmeno. “Se esco da Palazzo Chigi – confida – non ci torno più”.

Sulle comunicazioni di Bonafede Italia Viva voterà no

Già dalla prossima settimana al Senato si vedrà quanto potrà reggere la maggioranza debole raggiunta sulla fiducia.  Ci saranno le comunicazioni del Guardasigilli, Alfonso Bonafede. «Ora voglio vedere – ha detto ai suoi Matteo Renzi – come si salva?! Voglio vedere se la Mariarosaria Rossi, che ha avuto a che fare con una certa magistratura, vota per lui. Oppure se il garantista Nencini avrà il coraggio di farlo. Certo si può tutto, ma c’è pure il pudore». I voti di Italia viva, ovvio, non ci saranno.

Il Giornale: volevano portare a votare un senatore che era stato in ospedale per Covid

Emergono poi altri particolari sul pressing indecente effettuato dai membri del governo per un voto di fiducia che salvasse Conte. Scrive il Giornale: “Martedì nella «fiducia» al Senato, per avere un voto in più, il ministro per i rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, ha tentato di portare in tutti i modi a votare un senatore grillino che era stato per giorni in ospedale per Covid: solo la fermezza e il senso di responsabilità del medico di Palazzo Madama lo ha impedito. Sono segni di disperazione”.

Il pressing sull’Udc e la reazione di Cesa

Ad essi si affianca l’asfissiante corteggiamento all’Udc: «Io – confida il leader dell’Udc, Lorenzo Cesa – ho bloccato pure WhatsApp. Non capiscono che noi non ci muoviamo». E poi ci sono i dubbi del Pd: «Tempi bui, tempi disastrosi – dice il Pd Luciano Pizzetti sempre nel retroscena del Giornale –  Tra noi c’è chi è perplesso e chi arriva a preferire Mastella a Renzi. Gli è andata l’acqua nel cervello. Eppoi questo suk istituzionalizzato riduce la politica ad un mercato. Capisco che la morale non deve sovrapporsi alla politica. Ma c’è un limite, non possono neppure divaricarsi troppo».

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