CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

New York Times licenzia giornalista

Chi di social ferisce… In un tweet su Biden la cronista posta: “Ho i brividi”. Il NYT la licenzia

Cronaca - di Redazione - 26 Gennaio 2021 - AGGIORNATO 27 Gennaio 2021 alle 13:07

Chi di social ferisce… In un tweet su Joe Biden una giornalista particolarmente entusiasta “cinguetta”: «Ho i brividi». Il New York Times la licenzia. Dunque: alla vista dell’aereo di Joe Biden che atterrava alla Joint Base Andrews, poco prima di insediarsi alla Casa Bianca, Lauren Wolfe, cronista nel New York Times, dà sfogo a tutto il suo ardore per l’elezione del nuovo presidente Usa. Al furore dem che nemmeno la fatidica elezione riesce a placare. Quel commento, però, l’ha pagato caro: con il posto di lavoro. Quelle poche battute “cinguettate” sul social creato da Jack Dorsey ormai 15 anni fa. E proprio nei giorni in cui i colossi del web erano in piena campagna oscurantista, ricorrendo alle forbici censorie. Intimando chiusure e blackout. Hanno sancito per la Wolfe l’addio coatto al quotidiano statunitense. Che la donna è stata costretta ad abbandonare, non senza senza strascichi polemici…

In un tweet la giornalista cinguetta su Biden: «Ho i brividi»

Nella più grande democrazia occidentale del mondo tutto è in discussione ormai. Specie in settimane come quelle in corso, in cui si dibatte di diritti violati con l’invasione di Capitol Hill. In giorni in cui, oltreoceano, critici e corsivisti animano la discussione mettendo all’indice la sottile linea di confine che separa libertà d’espressione e ambiguità del ruolo dei social. E quando ancora non si sono spenti gli echi polemici seguiti alla cacciata di Trump da Twitter e Facebook. Insomma, in piena fase di caccia all’untore social tra i disorganici e i dissidenti, anche il tweet, giudicato troppo esplicito, di Lauren Wolfe, finisce nel mirino. E motiva i vertici del blasonato quotidiano americano a procedere al suo licenziamento.

Il New York Times la licenzia

Quel tweet fa il giro dei social media. Additato – scrive Prima Comunicazione online – «dagli utenti e dai commentatori di destra, come un esempio di pregiudizio della stampa liberal nei confronti di Donald Trump». E del resto, non è un caso se, dopo il licenziamento della Wolfe, che risale al 21 gennaio, due giorni dopo il fatidico tweet, il Times è stato a sua volta bersagliato dalle critiche e dalla recriminazioni. Tanto da dover argomentare sui motivi della scelta aziendale. «Circolano molte informazioni inaccurate», ha riferito la portavoce Danielle Rhoades – e riporta Prima Comunicazione online – spiegando che «per ragioni di privacy» non è possibile esplicitare nel dettaglio le cause che hanno portato al licenziamento.

L’intervento del sindacato giornalisti di New York

Ma, l’inciso che segue a stretto giro, apre su altre prospettive: «Non licenziamo qualcuno per un singolo tweet», incalza la Rhoades: lasciando intendere altri scheletri negli armadi della Wolfe. Sulla controversa vicenda, comunque, è intervenuto anche il sindacato dei giornalisti del New York Times che ha già annunciato battaglia.

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Redazione - 26 Gennaio 2021