Caos scuola, la Azzolina vuole aprire ma non chiarisce come. Impossibile il rientro al 75%
Riapertura sì, riapertura no. La scuola a pochi giorni dalla ripresa del calendario post-festività è in pieno caos. La ministra Azzolina solo ieri gioiva per il via libera del Cts alla riapertura dei licei in presenza. Almeno al 75 per cento. Ma oggi presidi polemizzano. Il problema dei trasporti e degli assembramenti sui mezzi pubblici resta irrisolto. Insomma la scuola è pronta, come a settembre. I trasporti pubblici no. Ed è corto circuito.
Scuola nel caos, presidi sul piede di guerra
“Noi pensiamo che in una settimana passare dal 50 al 75 per cento sia difficile. Non si comprende che queste decisioni richiedono scelte organizzative complesse all’interno degli istituti. La scuola non è come un ufficio. O una catena di montaggio. C’è da tener presente la rete di relazioni che coinvolge. Bisogna tener conto di tutte le giuste esigenze di docenti e personale. Quindi auspichiamo di continuare al 50 per cento fino alla fine di gennaio”. Così Antonio Gianelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi.
Il nodo dei trasporti resta irrisolto
“Il problema principale restano i trasporti – sottolinea – Molti tavoli provinciali hanno scelto come soluzione lo scaglionamento degli ingressi. È una soluzione su cui non siamo d’accordo. Se lo scaglionamento significa ritardare di tanto gli alunni che entrano al secondo turno. E che quindi prolunga la loro permanenza a scuola. Con inevitabili ricadute negative. Eppure di tempo ce n’è stato. La scuola l’ha utilizzato per adattarsi alla necessità di prevenire i contagi. Invece i trasporti continuano ad avere una rigidità“.
Frosinone: “Non abbiamo certezze per gli studenti”
Tra i più arrabbiati i presidi di Frosinone, nel Lazio. “Nessun piano trasporti a pochi giorni dalla riapertura per le scuole secondarie superiori di Frosinone e provincia”, lamenta Mario Luciani, presidente dell’Associazione nazionale presidi di Frosinone. Le scuole del frusinate ospitano ragazzi provenienti anche da zone di confine con altre regioni. Come Molise e Abruzzo. Costretti, già in condizioni di normalità, ad affrontare ore di viaggio per raggiungere gli istituti.
Quando, dove, come andranno a scuola? I dirigenti scolastici non sono in grado di rispondere: “Il Piano trasporti ancora non ce lo hanno comunicato. Non abbiamo notizie certe su autolinee ed orari. Non possiamo dare informazioni alle famiglie. Ed addirittura ci sono operatori privati contattati da noi che sono caduti dalle nuvole. Neanche sapevano della gara”.
Il piano operativo lascia non prevede deroghe
A presidi di Frosinone e provincia sarebbe arrivato solo il piano operativo emesso dal tavolo di coordinamento provinciale. Che prevede anche margini di manovra. Lasciati alle autonomie scolastiche: “Le autorizzazioni sono perentorie. Flessibilità ce n’è poca. E le deroghe eventuali di cui si parla vanno sottoposte ad un iter complesso. Le scuole sono chiuse e non ci sono tempi per gestirle”, continua il preside-.
“Il fatto certo è che è il 2 gennaio io non sono ancora in grado di comunicare ai miei studenti gli orari dei trasporti. Dare garanzie ad alunni pendolari che vengono addirittura da paesi della provincia de L’Aquila. O da zone al confine con altre regioni, come Sette Frati, al confine con Abruzzo e Molise“.
Anche a Viterbo trasporti in tilt
“Problematicità in taluni casi irrisolvibili, Caprarola (nel viterbese) ha chiesto deroga per fascia unica. “Abbiamo subito imposizioni dall’alto che prescindono da realtà territorio”, si sfoga la presidente dell’associazione nazionale presidi della provincia di Viterbo, Maria Antonietta Bentivegna. Sul tappeto il nodo del rientro scaglionato a scuola il prossimo 7 gennaio nell’alto Lazio. “Gli studenti delle secondarie superiori di Viterbo e provincia, 13mila in tutto, 8mila dei quali pendolari, a oggi non hanno certezze sui trasporti. “A Caprarola addirittura la Dirigente ha chiesto una deroga all’ufficio scolastico regionale per garantire la fascia unica.