Vittorio Sgarbi, attacco a “Giggino”: «Un Paese in cui è ministro Di Maio, è un Paese senza cultura»

1 Dic 2020 10:29 - di Gianluca Corrente
Vittorio Sgarbi

L’attacco di Vittorio Sgarbi è forte.. Il critico d’arte lo sferra su Twitter. «Il Governo tiene i musei chiusi senza alcun valido motivo. Un Paese senza cultura è un Paese morto. Del resto, un Paese in cui è ministro Di Maio, è un paese senza cultura».

Vittorio Sgarbi, i musei e i parlamentari

I musei, aggiunge, «sono come gli ospedali, curano. Ma secondo dei malati cronici e irrecuperabili come i miei colleghi parlamentari, che non sanno neanche cosa siano, non devono essere tenuti aperti». Vittorio Sgarbi parla all’Adnkronos. Siamo a pochi giorni dalla data della decisione sul ricorso, fissata per il 2 dicembre, che il deputato ha presentato al Tar del Lazio insieme al Codacons per la riapertura dei musei. «La chiusura è un atto illegittimo», incalza. «Non solo è contro la logica ma contro la legge stessa che ha fatto il ministro Franceschini. Sono servizi essenziali, assurdo tenerli chiusi».

La sperimentazione presentata alla Camera

Il critico d’arte, che si batte da tempo per la riapertura dei musei, ha presentato alla Camera una sperimentazione, contenuta nel ricorso presentato al Tar del Lazio. Mira a proteggere le strutture museali attraverso l’applicazione di una speciale pellicola, una membrana adesiva riposizionabile. Che sarebbe in grado di contrastare la diffusione del Covid.  «Ho aggiunto al mio ricorso anche questa sperimentazione», spiega Vittorio Sgarbi. «È fatta al Mart di Rovereto che presiedo, dove abbiamo messo delle membrane che consentono di sanificare per tre anni qualunque luogo dal coronavirus. Quindi potrebbe essere applicata a qualsiasi luogo, anche al Parlamento».

Vittorio Sgarbi fiducioso

È fiducioso che il ricorso venga accolto, per una serie di motivi. «Avendolo fissato il 2 dicembre, mi sembra che consenta al Tar di non disturbare il manovratore. Nel senso che è dal prossimo dpcm che i musei potrebbero ritenersi aperti, senza dunque contraddire, come avrebbe fatto una sospensiva, il dpcm che scade il 3. Avendolo messo il 2 mi sembra beneaugurale come prospettiva di chiudere questa prima ridicola ondata, che finisce il 3, e aprirli a partire da quella data».

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