Un film sullo scandalo a luci rosse di Strauss-Kahn. Quella volta che saltò addosso a Myrta Merlino

4 Dic 2020 17:10 - di Laura Ferrari
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Lo scandalo Strauss-Kahn, dieci anni dopo, presenta ancora aspetti oscuri. Anche per fare chiarezza, Dominique Strauss-Kahn darà la sua versione dei fatti in un documentario su Netflix, che racconta la sua parabola da direttore generale del Fondo monetario internazionale alle accuse di violenza sessuale e sfruttamento aggravato della prostituzione. Da favorito nei sondaggi per le presidenziali del 2012 in Francia allo scandalo a luci rosse che ha rovinato la sua carriera, pur non essendo mai stato condannato.

“Per la prima volta ho accettato in un documentario di ripercorrere tutta la mia storia personale e professionale. Dalla politica francese agli ambiti internazionali”, ha scritto l’ex ministro dell’Economia e delle Finanze francesi sul suo account Twitter. “Dopo mesi e mesi di silenzio, durante i quali ha consegnato le sue analisi macroeconomiche e politiche solo a pochi giornali, l’ex capo del Fmi, afferma: “Non ho mai fornito la mia versione dei fatti che hanno segnato il mio ritiro dalla vita politica. Altri se ne sono occupati per me, con ritagli di stampa, interviste e fatti reali o supposti. Adesso è il momento di parlare”. Il riferimento è chiaramente a inchieste e film che si sono occupati del famoso scandalo del Sofitel di New York. L’ultimo dei quali è proprio “Stanza 2806: The Dsk Affair” che arriverà su Netflix il 7 dicembre. Ma la stampa francese vede nell’annuncio del suo biopic, un modo per rientrare con discrezione sulla scena politica.

Scandalo Strauss-Kahn: lunedì il docufilm su Netflix

Strauss-Kahn è stato il direttore generale del Fondo monetario internazionale fino al maggio 2011, quando fu arrestato per tentata violenza sessuale in seguito alle accuse per aver aggredito una cameriera del Sofitel a New York. Venne rilasciato a luglio. Nel febbraio 2012, Dsk finì di nuovo in carcere. Stavolta in relazione ad una serie di feste a luci rosse in alberghi e appartamenti a Lille, Parigi e New York. L’economista ammise di avervi partecipato. Tuttavia disse di non aver mai saputo che le donne presenti fossero prostitute. Improbabile, visto il curriculum del personaggio. Anche una pornostar italiana ha svelato, infatti, che il ministro francese era un frequentatore abituale di locali per scambisti. Lo scandalo Strauss-Kahn era già stato portato sul grande schermo da Abel Ferrara con Welcome to New York del 2014. Film drammatico ispirato alla vicenda di Strauss-Kahn, con Gérard Depardieu nei panni del protagonista e Jacqueline Bisset in quelli della moglie.

Quando Strauss-Kahn sbattè al muro Myrta Merlino

La sfrenata voracità sessuale di Strauss-Khan era nota da tempo. Diverse donne dell’economia e del giornalismo, solo dopo l’arresto di New York, sono uscite allo scoperto. Tre le vittime di Dsk, alcuni anni fa, anche la giornalista Myrta Merlino. Alcuni anni prima, era andata nella sua stanza d’hotel per intervistarlo per una trasmissione di Alan Friedman. “Mi alzai e lui mi spinse violentemente contro un muro e tentò di baciarmi. Gli mollai un potente ceffone, mi divincolai con fatica, ed uscii dalla stanza molto agitata, andai a parlare con Alan che, tra l’altro, mi disse ‘però cavolo potevi fare comunque l’intervista, potevi tornare con l’osso in bocca’”. Myrta Merlino ha spiegato che “non è stata una violenza fisica ma psicologica di un uomo di potere, perché quando un uomo importante di una certa età mette sotto pressione, come era nel mio caso all’epoca, una ragazza giovane, è una cosa sbagliata e sgradevole.”

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