Stadio Maradona, via libera della giunta. Ma i preti napoletani protestano: “Resti il nome di San Paolo”

4 Dic 2020 17:42 - di Giovanni Pasero
stadio Maradona

La Giunta comunale di Napoli ha dato il via libere. Lo stadio San Paolo di Fuorigrotta si chiamerà “Stadio Diego Armando Maradona”. La delibera, proposta dal sindaco Luigi de Magistris, dall’assessore alla Toponomastica Alessandra Clemente e firmata da tutta la Giunta comunale, sancisce così il cambio della denominazione dello stadio. Il tutto, “subordinatamente all’autorizzazione del prefetto di Napoli”. Infatti, la legge del 1927 vieta l’intitolazione di luoghi pubblici a persone decedute da meno di 10 anni. Occorrerà, quindi, la deroga firmata dal prefetto.

Stadio Maradona, approvatala delibera della giunta

L’Amministrazione comunale di Napoli ha ricordato Maradona come “il più grande calciatore di tutti i tempi. I suoi altissimi meriti sportivi sono stati tra l’altro riconosciuti con la nomina ad ambasciatore della Fifa e con il suo immenso talento e la sua magia, ha onorato per 7 anni la maglia della squadra del Napoli, regalandole i due scudetti della storia e altre coppe prestigiose. Ricevendo in cambio dalla città intera un amore eterno e incondizionato”.

Maradona, si legge nella delibera, “ha incarnato il simbolo di riscatto di una squadra alla quale, negli anni più bui, ha dimostrato che è possibile rialzarsi, vincere e trionfare, offrendo al tempo stesso un messaggio di speranza e di bellezza all’intera città perché, attraverso le vittorie calcistiche del fuoriclasse argentino a vincere non è stata soltanto la squadra del Napoli, ma l’intera città, che si identifica pienamente in lui; sempre dalla parte dei più deboli e della gente comune, Maradona ha combattuto i pregiudizi e le discriminazioni di cui erano ancora oggetto i napoletani all’interno degli stadi, diventando idolo dell’intera città, che gli ha perdonato anche le debolezze e le fragilità dell’uomo che mai hanno offuscato la grandezza del campione”.

La perplessità della Curia: “San Paolo non venga cancellato”

Tra i sacerdoti napoletani, tuttavia, c’è qualche perplessità. La Diocesi di Pozzuoli non ha opposto resistenza al cambio nome: “Ben venga, dunque, l’intitolazione a Diego Armando Maradona del principale impianto sportivo della nostra città, se questo aiuterà la crescita umana e sociale della nostra terra purché non si perda la memoria delle nostre radici e ci siano iniziative culturali significative che mettano in evidenza i fondamenti greco-romani e cristiani della storia del nostro territorio. Senza radici profonde dove andiamo?“. Ancora più contrario Don Tonino Palmese, il prete anticamorra, ne ha parlato al Mattino. «Nessuno mette in dubbio ciò che ha fatto Maradona a Napoli. Ma dobbiamo preservare la memoria di un santo tanto importante come San Paolo».

Don Palmese precisa. “Non entro nel merito di ciò che rappresenta Maradona per i napoletani. La mia preoccupazione è che sull’onda dell’entusiasmo si possa cancellare una tradizione religiosa e cristiana bimillenaria nata con l’apostolo San Paolo che vorrei ricordare ai credenti, annunciò la fede proprio su quei territori dove oggi sorge lo stadio”.

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