Scorta alla fidanzata, Conte fa il furbo: approfitta delle telecamere e si assolve da solo (video)
Giuseppe Conte ci ha provato. Ancora una volta. E ancora una volta il suo tentativo di trasformare una conferenza stampa su attesissimi provvedimenti del governo in una ribalta personale per attaccare l’opposizione e provare a farsi passare per vittima si è rivelato un boomerang. Il siparietto nel quale Conte, praticamente in diretta a reti unificate, ha piagnucolato sugli “attacchi personali” per l’affaire della scorta alla sua fidanzata, infatti, ha suscitato critiche bipartisan. Quanto ai contenuti della conferenza stampa e del Dpcm, poi, basta dare una rapida occhiata agli oltre 100mila commenti sotto il video postato sulla pagina Facebook del premier per capire che non sono stati esattamente un successo di pubblico.
Meloni: “Conte si difenda nelle sedi giuste”
“Conte si vuole difendere sull’uso della sua scorta? Lo faccia nelle sedi proprie, non approfittando di italiani che aspettano di sapere se possono festeggiare almeno il Natale”, ha commentato Giorgia Meloni, in un video girato alla Camera e postato sulla sua pagina Facebook. “Il problema dello Stato di diritto in Europa adesso lo pongo io. Non Orban, gli ungheresi, i polacchi, adesso c’è un problema in Italia di difesa dello Stato di diritto. In nessuna democrazia degna di questo nome – ha ricordato la leader di FdI – le istituzioni si usano così”. “E chiedo ufficialmente al Presidente della Repubblica Mattarella che cosa pensi di questo uso delle nostre Istituzioni”, ha quindi aggiunto Meloni.
L’indignazione è bipartisan
Il deputato della Lega e segretario della Commissione di Vigilanza Rai, Massimo Capitanio, ha poi annunciato che “chiederemo la convocazione urgente del direttore del Tg1, Giuseppe Carboni”. È indegno che, in una situazione d’emergenza così grave, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, abbia utilizzato la conferenza stampa di stasera per parlare dei problemi della sua fidanzata dopo aver disertato il Parlamento”.
Ma le critiche non sono arrivate solo dal centrodestra. “Ancora una pagina nera per l’informazione Rai. Per tre giorni il Tg1 ha censurato il caso della scorta del premier usata dalla compagna e oggi a parlarne, senza contraddittorio, è stato lo stesso Conte nel messaggio a reti unificate sulle restrizioni Covid. Umiliato il giornalismo“, ha scritto su Twitter il deputato di Italia viva e segretario della Vigilanza Rai, Michele Anzaldi.
Il vizietto di Conte e le conferenze a reti unificate
Non è la prima volta che Conte fa un uso di questo tipo dei mezzi d’informazione, approfittando dell’enorme ribalta di conferenze stampa convocate strategicamente per entrare nelle case degli italiani senza possibilità di contraddittorio e con una possibilità di mediazione giornalistica limitatissima. Fra tutti fece particolarmente scalpore il caso di quella conferenza stampa, sempre sul tema Covid, in cui Conte attacco in modo violentissimo e in diretta l’opposizione. Un caso talmente eclatante di scorrettezza che Enrico Mentana disse che “se avessimo saputo, non avremmo mandato in onda quella parte della conferenza di Conte”.
Il premier si fa passare per vittima
Stavolta il premier ha usato quello che a molti è parso un trucchetto: rispondere a una domanda. Una delle prime, giusto in tempo per passare in tv prima della fine del collegamento. “Ho ricevuto degli attacchi e ha ricevuto attacchi personali anche la mia compagna Olivia Paladino, mi spiace molto”, ha detto Conte, di fatto facendosi passare per vittima di una manovra dall’opposizione. “Un esponente di FdI mi accusa per un uso improprio della scorta, è completamente falso. La mia compagna – è stata la spiegazione del premier – non ha preso l’auto di scorta, non ho mandato la scorta, la scorta era lì per me, era in attesa che scendessi. L’uomo della scorta è intervenuto perché ha visto concitazione e trambusto”.
L’indagine della Procura sull’affaire scorta alla fidanzata
Insomma, tutto chiarito a reti unificate, no? Peccato che il caso della presunta fake news della scorta per la fidanzata di Conte non sia scaturito dalla denuncia di FdI, ma dal racconto di Filippo Roma delle Iene e che quella di FdI sia stata solo una richiesta di chiarimento nelle sedi opportune, che Conte continua ostinatamente a schivare. Richiesta che, quindi, è arrivata alla Procura di Roma, che a sua volta ha trasmesso gli atti al Tribunale dei ministri.