Magistratura onoraria in stato di agitazione. FdI: “Bonafede smetta di fare lo sceriffo di Nottingham”
La magistratura onoraria ha proclamato lo “stato di agitazione permanente”. La scelta della linea dura arriva dopo le numerose e mai ascoltate richieste al governo e al ministro Alfonso Bonafede ,in particolare, di vedere riconosciuti i diritti della categoria, composta da lavoratori che sono dipendenti nei fatti, ma non dal punto di vista contrattuale. Dunque, che restano privi di garanzie e tutele cui avrebbero diritto come i colleghi togati.
La “politica negazionista” del governo
Sul tema si è espressa la giustizia Ue, con sentenze che hanno riconosciuto il lavoro della magistratura ordinaria equiparabile a quello dipendente. Ora è intervenuto anche un tribunale nazionale, quello di Napoli, con una sentenza che va nella stessa direzione, riconoscendo ai magistrati onorari un trattamento equivalente a quello dei togati. Si tratta di “un vero e proprio schiaffo alla politica negazionista dei diritti della magistratura onoraria sin qui tenuta dal ministro Bonafede“, ha commentato il deputato e responsabile giustizia di FdI, Andrea Delmastro, da tempo impegnato insieme al partito per il riconoscimento dei diritti della magistratura onoraria.
Delmastro: “Bonafede come lo sceriffo di Nottingham”
“Il tribunale si spinge anche a censurare l’abusiva reiterazione dell’incarico a termine“, ha chiarito Delmastro, parlando di “sentenza storica”. “Dopo le sentenze europee anche quelle italiane riconoscono i diritti calpestati a 5mila precari della giustizia. Bonafede si arrenda. Si impegni immediatamente a non impugnare la sentenza, insistendo sulla linea della negazione dei più elementari diritti dei magistrati onorari e dei giudici di pace. E, anzi, proponga la loro immediata stabilizzazione con riconoscimento retributivo e previdenziale. Diversamente – ha concluso Delmastro – verrà ricordato come lo sceriffo di Nottingham in salsa amatriciana dei diritti della magistratura onoraria”.
Lo stato di agitazione permanente
È in questo contesto, dunque, che i magistrati onorari sono giunti alla decisione dello strappo dello stato di agitazione permanente, ricordando che le istanze di giudici di pace, giudici onorari di Tribunale e vice procuratori onorari “continuano a non ricevere concreto e adeguato riscontro”. I magistrati onorari hanno annunciato la decisione con un documento inviato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella; al premier Giuseppe Conte; al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede; ai presidenti delle commissioni giustizia di Camera e Senato; alla commissione di garanzia per lo sciopero nei servizi pubblici. Nel testo i magistrati onorari si “riservano ulteriori e conseguenti iniziative da assumere” pur di arrivare alle tutele lavorative e previdenziali fin qui negate.
Ultimatum della magistratura onoraria a Bonafede & co
“Non è più possibile negare la dignità di lavoratori a cinquemila magistrati onorari, abdicando la buona politica in favore di anacronistiche prese di posizione, lontane anni luce da principi di efficienza e dal diritto dell’Unione Europea”, si legge nel documento. Il testo, anche alla luce dell’emergenza pandemica, suggerisce di utilizzare la “decretazione d’urgenza” per riconoscere i diritti della categoria ed evitare che “il sistema tracolli”. I magistrati onorari avvertono quindi che senza una convocazione della loro Consulta “entro 20 giorni porranno in essere ogni necessaria iniziativa di denuncia e sensibilizzazione dell’opinione pubblica e della società civile”. E “valuteranno le conseguenti astensioni dalle udienze e da tutte le altre attività, secondo i tempi e le modalità previsti dai rispettivi codici di autoregolamentazione”.