“Il kamikaze di Nashville era un 63enne informatico”. La versione della Fbi sull’attentato di Natale
Si chiamava Anthony Quinn Warner e aveva 63 anni l’uomo che si è fatto esplodere in un caravan a Nashville la mattina di Natale, davanti alla sede locale del colosso delle telecomunicazioni At&T. Dopo averlo identificato, gli agenti dell’Fbi stanno cercando di capire le sue motivazioni, hanno detto gli inquirenti in conferenza stampa, secondo quanto riferiscono i media americani.
Chi era l’attentatore di Nashville
Warner era il proprietario del camper e gli agenti lo hanno identificato grazie al Dna dei resti umani trovati nel mezzo distrutto dall’esplosione. La foto del volto dell’attentatore diffusa sui media mostra un uomo con i capelli grigi lunghi fino alle spalle, il volto affilato e uno sguardo sperso. Warner viveva in una villetta ad Antioch, un sobborgo di Nashville. Steve Schmoldt, che da quasi 20 anni era suo vicino, lo ha descritto ai media come una “specie di eremita”. Non aveva mai esposto bandiere o segnali che potessero indicare le sue preferenze politiche. Warner lavorava occasionalmente come consulente informatico per la ditta Fridrich & Clark, ma all’inizio di dicembre aveva comunicato la sua intenzione di ritirarsi.
L’attentatore era sconosciuto all’Fbi, che in conferenza stampa non ha voluto commentare su una sua presunta ossessione sul 5G. Gli inquirenti ritengono che abbia agito da solo. Stiamo valutando “ogni possibile motivazione”, ha detto Doug Korneski dell’Fbi.
L’esplosione che ha ucciso Warner, poco dopo le sei del mattino del 25 dicembre, ha provocato tre feriti. Ha inoltre danneggiato 40 edifici e provocato interruzioni delle comunicazioni. Prima dello scoppio, si sono sentiti colpi d’arma da fuoco, probabilmente registrati, e un messaggio diffuso dal camper che annunciava la prossima esplosione, assieme alla canzone di Petula Clark “Downtown”. L’annuncio ha permesso alla polizia di evacuare l’area.