Ginecologo sgozzato a Milano, si segue la pista delle vendetta. “Sul medico giravano strane voci”
Troppo efferato per essere una rapina”. Perde quota l’idea che dietro al delitto del medico Stefano Ansaldi ucciso sabato a Milano ci possa essere un’aggressione finita male. Gli investigatori e gli inquirenti stanno ricostruendo tutti gli spostamenti dell’uomo arrivato in treno da Napoli intorno alle 14.50 e rimasto sempre nella zona della stazione Centrale fino alle 18 quando è stato ucciso in via Scarlatti all’angolo con via Mauro Macchi, a cento metri dai binari. E’ stata disposta l’autopsia, ma sulle cause della morte non ci sono dubbi: “È morto sgozzato, gli hanno tagliato la gola ed e rimasto in vita per pochissimi secondi”.
Ginecologo sgozzato, la pista dei nordafricani perde quota
Il Corriere della Sera, che oggi dedica una paginata intera al delitto di Milano, tende ad avallare piste diverse dalla rapina. “La prima ipotesi, suffragata dalla coincidenza geografica e temporale, di una coppia di rapinatori killer, ovvero i due nordafricani che a meno di duecento metri di distanza e un quarto d’ora dopo il delitto hanno aggredito un pensionato 72enne, è stata superata dall’esame dei filmati delle telecamere che non collocherebbero i predoni, scappati con Rolex e telefonino dell’anziano sui vagoni del metrò, nell’area dell’uccisione…”.
Il quotidiano di via Solferino, però, riferisce un dettaglio inquietante, non meglio precisato, però, che riportiamo testualmente: “Il medico, sul quale girano strane voci ma che per la cronaca era incensurato e, come ripetuto dai carabinieri di Napoli, estraneo a inchieste, doveva rientrare in giornata eppure in un sabato d’assalto ai treni e non aveva comprato il ritorno. Forse non sapeva l’orario di partenza, vincolato all’appuntamento…”-