Escono i dati, a scuola 65mila casi di Covid: «Azzolina li ha nascosti per farsi propaganda»

2 Dic 2020 11:29 - di Sveva Ferri
covid scuola azzolina

Sui casi di Covid nella scuola Lucia Azzolina “la smettesse con la propaganda e si rendesse conto dell’enorme responsabilità che grava sulle sue spalle”. A chiederlo è il sindacato degli insegnanti Gilda, commentando i dati dei contagi, che sono in contrasto con le rassicurazioni del ministro e la sua “campagna propagandistica per le scuole aperte”. Campagna che la Azzolina continua a portare avanti. “Sto facendo di tutto per il rientro”, ha oggi ribadito il ministro nel corso di un convegno online organizzato dall’Associazione nazionale presidi. “Non sto lavorando per il 7 gennaio. Sto lavorando per riportare con gradualità gli studenti delle superiori a scuola a dicembre”, è la linea già espressa dal ministro.

A scuola 65mila casi di Covid in poco più di un mese

“I dati sui contagi tra la popolazione scolastica – spiega Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti – smentiscono clamorosamente la campagna propagandistica condotta da Azzolina per le scuole aperte. A fronte della tesi strenuamente sostenuta dalla ministra circa la sicurezza delle scuole rispetto alla diffusione del virus, fino al 31 ottobre si sono registrati quasi 65mila casi di Covid-19 tra i banchi”.

La difficoltà di accedere agli atti del ministero

“Si tratta di un numero molto elevato se si considera – sottolinea il sindacalista – che è riferito a un periodo poco più lungo di un mese (dall’inizio dell’anno scolastico a fine ottobre) e che riguardano 2.546 comuni sugli oltre 6.700 dove ha sede una scuola”. Di Meglio, quindi, punta l’indice anche contro la scarsa trasparenza da parte del governo. I dati, infatti, sono emersi da un’analisi elaborata dal giornale online Wired sulla base dei dati forniti dal ministero dell’Istruzione in risposta al Freedom of Information Act, il Foia, avanzato dalla testata.

Il sindacato: “Azzolina la smettesse con la propaganda”

“Riteniamo grave – commenta Di Meglio – che in un Paese democratico manchi la trasparenza su informazioni così cruciali. E che per accedervi un giornalista sia stato costretto a ricorrere al Foia”. Data la gravità della situazione – conclude il coordinatore nazionale della Gilda Insegnanti – sarebbe opportuno che la titolare di viale Trastevere la smettesse con la propaganda. Si rendesse conto dell’enorme responsabilità che grava sulle sue spalle”. La Azzolina, però, non sembra orientata a farlo.

 

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