È morto Arturo Diaconale: dalla scuola di Montanelli a paladino della destra liberale
È morto Arturo Diaconale. Aveva 75 anni, lottava da tempo contro un male incurabile e le sue condizioni si erano aggravate. Il giornalista, che era il portavoce ufficiale della Lazio, si è spento nella sua casa a Roma.
Arturo Diaconale, tanti i messaggi di cordoglio
Grande il dolore nello sport, nella politica e nel giornalismo. Arturo Diaconale era un professionista molto stimato e un uomo di livello. «La S.S. Lazio, il suo Presidente, l’allenatore, i giocatori e tutto lo staff esprimono profondo cordoglio per la scomparsa del portavoce del club, Arturo Diaconale. E si uniscono al dolore della famiglia», si legge in un tweet della società biancoceleste.
Meloni: «Firma storica del giornalismo»
«Con Arturo Diaconale», dice Giorgia Meloni, «scompare una delle firme storiche del giornalismo italiano. Una guida per tanti, un punto di riferimento per tutti: con passione, generosità e professionalità ha cresciuto generazioni di giornalisti lasciando con il suo lavoro una eredità culturale indelebile. Alla sua famiglia il mio cordoglio e quello di Fratelli d’Italia».
Gasparri: «Un uomo colto e leale»
«Colto, leale, sempre promotore di pensiero e azione. Arturo Diaconale è stato un riferimento per tanti nel mondo del giornalismo, dell’informazione, della cultura e della politica», lo afferma Maurizio Gasparri. «Ha fatto tanto nell’associazionismo giornalistico, in testate come Il Giornale, che hanno orientato chi non si rassegnava al conformismo dilagante. Ha scritto libri e rilanciato testate come l’Opinione. È stato apprezzato al vertice Rai e nel mondo del calcio. Ha scritto libri, promosso associazioni, dibattito, aggregazione. Sempre serio, corretto, equilibrato, sia che si parlasse dei parchi dell’Abruzzo o dei primi passi di nuove televisioni. Ha fatto moltissimo, avrebbe meritato di più, per il suo valore e la sua saggezza. Sempre disponibile e sempre genoroso, con la sua capacità di fare, pensare, creare, unire. Abbiamo fatto insieme tante cose . E lui anche nella malattia ne progettava altre. Nessun elogio è pari al suo valore e al dolore che causa questa enorme perdita».
Lollobrigida: «Collega di enorme valore»
«Profondo dolore per la scomparsa di un grande giornalista, collega di enorme valore e appassionato tifoso laziale. Da parte mia e del gruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, esprimo sincero cordoglio e vicinanza alla sua famiglia e suoi ai suoi cari. A Dio Arturo». Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida.
«Giornalista gentiluomo»
«Ci ha lasciato Arturo Diaconale», scrive Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia su Twitter. «Giornalista gentiluomo e nello stesso tempo uomo coraggioso. Abbiamo combattuto insieme molte battaglie nella scuola di Indro Montanelli. Non posso dimenticare il suo impegno anche con Forza Italia. Riposa in pace. Ciao Arturo». Messaggio commosso anche di Clemente Mimun, direttore del Tg5: «Addio ad Arturo Diaconale, bravo giornalista, laziale vero, amico caro».
Abruzzese di nascita, romano di adozione
Arturo Diaconale è nato a Montorio al Vomano l’8 settembre 1945. Grande professionista, è stato membro del Consiglio di amministrazione della Rai dal 4 agosto 2015 fino al luglio 2018. Abruzzese di nascita e romano di adozione, dopo la laurea in Giurisprudenza iniziò l’attività giornalistica nella redazione romana de Il Giornale di Sicilia (1973). Nel 1976 divenne giornalista parlamentare. Poi, capo della redazione romana. Nel 1985 passò come redattore parlamentare a Il Giornale, allora diretto da Indro Montanelli, diventando commentatore di politica interna.
Dalla carta stampata alla tv
Nel 1992 lasciò Il Giornale e divenne redattore capo di Studio Aperto, testata giornalistica dell’emittente televisiva Italia 1. L’anno successivo fu nominato direttore del settimanale L’Opinione, che Diaconale trasformò in quotidiano diventato successivamente L’Opinione delle libertà. Nel 1996 fu candidato al Senato per il Polo per le Libertà del Lazio. Nel 2019 è promotore, insieme a Giuseppe Basini e Cinzia Bonfrisco, dell’associazione Destra Liberale Italiana.