Chi è Dessì, il grillino più chiacchierato: da Autonomia operaia a “picchiatore” di romeni

4 Dic 2020 15:16 - di Redazione
Dessì

Autonomia operaia, i fratelli Spada, picchiatore di romeni: insomma curriculum pittoresco. Ecco i volti variegati di Emanuele Dessì. Il parlamentare grillino è sicuramente il  più chiacchierato della settimana dopo la notizia e i vari servizi in tv che attestano che l’onorevole  vive in una casa popolare del Comune di Frascati. Nonostante percepisca lo stipendio da senatore. Ma non è tutto. La sua vita è un romanzo. Picchiò un rumeno, si è fatto immortalare con gli Spada. Definirlo imbarazzante per i cinquestelle è dire poco.

Dessì, la casa popolare

Andiamo con ordine. La faccenda della casa popolare sembrerebbe non nuova -racconta il Giornale. Una decina di anni fa Dessì era  consigliere comunale a Frascati.  Fu un rivale interno al movimento ad informare i giornalisti. Il piano di sbarazzarsi di lui fallì e lui poté presentarsi ed essere eletto al Senato. Ma un paio di anni dopo fu “Piazza Pulita”, che riportò a galla lo scandalo. Imbarazzo totale. Fu l’allora capo politico del M5S Luigi Di Maio a chiedergli un passo indietro. Poi, documenti alla mano, Dessì riuscì a farla franca: chiese il ricalcolo del canone di locazione, che passò cosi da 7,75 euro a 699. Gli stessi che paga ancora.

“La terza volta che picchiai un romeno”

Lui è un tipo verace, anzi, pure un po’ manesco. In un post Facebook del 2015 lui stesso raccontò: “Per la terza volta in vita mia ho dovuto menare ad un ragazzo rumeno a seguito di offese gratuite”. l’uomo aveva sputato alla compagna di Dessì e lui reagì in mao modo. Non una reazione a caso, del resto. Dessì ha praticata a livello agonistico in gioventù – fa sapere il Giornale- per poi continuare a seguirla come tecnico della federazione pugilistica. Non solo, ebbe modo di conoscere  Domenico Spada, l’ex campione dei pesi medi condannato a otto mesi di reclusione per usura ed estorsione. Tra l’altro Dessì si fece immortalare in un video girato nella palestra di un altro Spada, Roberto.  Colui che tutti abbiamo conosciuta quando aggredì l’inviato di “Nemo”,  Daniele Piervincenzi. Quando  Roberto Spada finì agli arresti domiciliari, quel video fu riproposto. Ennesima grana per il Movimento.

Dessì e Autonomia operaia

Veniamo a sapere poi che militò in Autonomia operaia.  Andò così. “Negli anni Settanta – leggiamo –  suo padre lo portava, ancor piccolissimo, a distribuire l’Unità. Nel ‘77 inizia a camminare da solo e si butta nella mischia”.  Lui ha avuto modo di raccontare: “Ero su tutte le barricate che trovavo insieme alla sinistra extraparlamentare, quelli più grandi strillavano dai megafoni: noi ragazzi in preda all’esaltazione del momento avevamo sempre in mano uno stalin (manico di piccone, ndr) o una catena”. Poi finì in Autonomia operaia. “Le davi e le prendevi”, ammette il senatore che è stato persino vittima di un attentato.

Dalla sinistra extraparlamentare al Pd

“Fu lui l’unica persona presente nella sede di Radio Ondarossa la notte del 13 ottobre 1982. Dessì, nella veste di dj, è di turno alla consolle quando esplode un ordigno. L’intero stabile di via dei Volsci viene dichiarato inagibile, lui, miracolosamente, rimane illeso” . Quell’esperienza,lo segnò. Abbandonò la sinistra  extraparlamentare e approdò alla sinistra parlamentare, prima nel Pci  poi in Rifondazione Comunista, quind al Pd.

Dessì, “fulminato” da Grillo

Poi l’incontro con Beppe Grillo.  Nel 2018 è in Parlamento. Si è spesso trovato in disswnso con il governo gialloverde ed entrò in contrasto con Luigi Di Maio. I rapporti tra i due si  ricomposero con il Conte 2 . gli rimane, però, l’indole aggressiva: quando il governo gialloverde arrivò al capolinea scrisse:  “Magari non servirà a nulla ma chiedo di nuovo scusa a tutti per quei mesi di governo con il leghisti. Se c’è una cosa in cui mi impegnerò fino alla morte è lasciarli in opposizione a schiumare dalla rabbia sui loro profili social”. Ora il M5S è una polveriera, perde pezzi giorno dopo giorno ma lui nega l’evidenza: mentre una cordata di parlamentari pentastellati ha scritto a Conte per bloccare la riforma del Mes; e un gruppo di eurodeputati è passato da poche ore ai Verdi; lui commenta così: “Alcuni di noi sono stati cambiati dalla politica, si definiscono ortodossi. Ma in realtà sono mossi solo da megalomania e rancori”.

 

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