Centri commerciali in rivolta contro il governo: «Scelte inammissibili, devono correre ai ripari»

15 Dic 2020 10:57 - di Liliana Giobbi
centri commerciali

Il giochetto di addossare la colpa alla gente non regge più. Gli assembramenti registrati nei centri città di tutta Italia negli ultimi due weekend sono la conseguenza delle scelte del governo. I centri commerciali in  rivolta attraverso il loro organismo Cncc. C’è il periodo pre-natalizio, c’è il passaggio per varie regioni da zone rosse e arancioni a gialle. Le attuali misure di Palazzo Chigi, che prevedono la chiusura dei negozi di beni non essenziali all’interno dei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi, sono inadeguate. E potenzialmente dannose sotto il profilo sanitario. Infatti favoriscono assembramenti nei centri città e sui mezzi pubblici, avendo ridotto la scelta per gli acquisti.

I centri commerciali e le vie dello shopping

La limitata apertura dei centri commerciali contribuisce agli assembramenti nelle cosiddette “vie dello shopping”, dove al contrario i negozi e i grandi magazzini sono aperti tutti i giorni. Questo, nonostante non possano garantire lo stesso livello di controllo che solo strutture altamente organizzate possono assicurare. A tal proposito, il Cncc tiene a ribadire e sostenere con fermezza l’assoluta sicurezza dei centri commerciali.  Quello che il governo finge di non capire è che sono luoghi in tutta sicurezza. Hanno il contingentamento degli ingressi, i percorsi esterni ed interni alle strutture per facilitare e rendere scorrevoli i transiti. Inoltre hanno l’installazione di termoscanner, l’igienizzazione e sanificazione giornaliera, anche degli impianti di aereazione. C’è il rafforzamento della vigilanza privata per evitare qualsiasi affollamento-.

Inascoltati gli appelli a Conte

Numerosi, in tal senso, gli appelli inspiegabilmente inascoltati lanciati nelle scorse settimane dal Cncc. Per questi motivi «il Cncc chiede nuovamente al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, l’immediata revisione di quanto previsto dall’ultimo Dpcm». E cioè sugli orari di apertura delle attività e sull’apertura dei centri commerciali nei giorni festivi e pre-festivi. Interventi che contribuirebbero a diminuire gli assembramenti nei centri città e nei mezzi pubblici. E che eliminerebbero la disparità di trattamento che al momento sta drammaticamente penalizzando centri commerciali, parchi commerciali e outlet. Settori già in forte e preoccupante sofferenza a causa delle chiusure forzate degli ultimi mesi e degli insufficienti ristori».

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