Bordate a Conte e Casalino: «Credono di poter fare quello che vogliono». Non li digeriscono più

15 Dic 2020 9:48 - di Fulvio Carro
Conte Casalino

C’è chi lo dice apertamente e chi fa buon viso a cattivo gioco. Il troppo è troppo. Conte e Casalino iniziano ad essere indigesti a molti, nella maggioranza. Tra conferenze stampa che occupano gli schermi televisivi e decisioni prese da soli, hanno oltrepassato il limite. C’è chi racconta di dover fare anticamera. E chi ironizza: si chiudono e fanno le nomination come al Grande Fratello. Ma c’è anche chi, come Ettore Rosato, esce allo scoperto. «Quando il premier Conte parla di collegialità intende dire che lui e Casalino sono d’accordo tra loro. Ma se non si coinvolge il resto della maggioranza, dov’è la collegialità?». Il presidente di Iv parla ai microfoni di 24 Mattino su Radio 24. Dice chiaro e tondo qual è il malumore che serpeggia in buona parte dei partiti che stanno al governo. Un malumore che viene fuori giorno dopo giorno. Il primo ad aprire il fuoco era stato Renzi, con la frase: «Non siamo al Grande Fratello». Il riferimento a Casalino era più che ovvio.

Conte e Casalino provocano forti malumori

«Bisogna trovare una collegialità per far ripartire il Paese. La nostra non è una obiezione di forma, ma di metodo per non sprecare questa straordinaria occasione», afferma. Cruciale è il nodo sulla gestione delle risorse del Recovery Fund. Italia Viva è disposta a innescare una crisi di governo? «Noi non vogliamo mandare nessuno in crisi», risponde Rosato. «Nessuno di noi pretende che siamo noi a scrivere il Recovery. Chiediamo ci sia un metodo trasparente con cui si sceglie cosa finanziare». E aggiunge: «Faremo di tutto perché questo governo funzioni. Abbiamo fatto con grande fatica questo ennesimo passo avanti. Ci sarebbe piaciuto vedere nel Pd e M5S un moto d’orgoglio».

«Non pensino di governare da soli»

In sostanza, Conte e Casalino hanno stancato. Sul Recovery «bisogna coinvolgere tutta la maggioranza e anche le opposizioni», ribadisce Rosato. «Non si può pensare di governare un Paese così. Il premier ha avuto poteri straordinari perché c’è una pandemia straordinaria. Ma questi poteri non si possono tradurre in un faccio quello che voglio da solo. Bisogna coinvolgere le opposizioni in una cosa che segnerà il futuro dell’Italia nei prossimi 20 anni. Bisogna recuperare questo tempo con la collegialità. Ancora oggi non sono noti ai ministri i progetti contenuti in questo riparto». Gli altri alleati di governo «fanno trasparire malumori ma solo noi abbiamo posto il problema della task force».

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