Zaia: «Il governo non ha il consenso degli italiani, le stampelle per tenerlo in piedi sono inutili»

30 Nov 2020 11:31 - di Fulvio Carro
Zaia

La situazione è sfuggita di mano all’ammucchiata Pd-M5S. «Questo governo oggi non gode del consenso maggioritario degli italiani». Lo afferma a chiare lettere Luca Zaia. «L’unica soluzione vera è andare a votare per un governo che poi possa stabilmente prendere delle decisioni». Il governatore del Veneto è ospite di Fabio Fazio su Rai 3. E si sofferma sulle indiscrezioni in merito a un possibile sostegno di Forza Italia al governo Conte con la scusa della nuova emergenza Covid. «Pensare che la situazione si possa risolvere con stampelle e con gli appoggi temporanei decisamente no. Noi abbiamo bisogno di stabilità».

Zaia: «Si abbia rispetto che chi lavora nella Sanità»

Troppe le incertezze di Palazzo Chigi. E troppi i messaggi contrastanti. «Il Natale?», dice Zaia. «Proporrei prima di tutto di avere rispetto per i lavoratori della sanità, visto che non potranno spostarsi per stare al lavoro».  Il Natale «per me sarà un Natale in famiglia ristretto, non certo quello dei veglioni e delle piazze con lo spumante in mano. Queste cose non si potranno fare».

 «La vera sfida è evitare gli assembramenti»

Ma il punto è un altro. E le immagini che scorrono su quello che è accaduto a Milano, Roma e Torino ne sono una prova. Tanta folla, controlli zero. «L’obiettivo è evitare gli assembramenti. La vera sfida è proprio questa. Se non si controllano, i contagi continueranno a crescere. Da qui alle feste c’è un’era glaciale e non so che cosa succederà. Certo, se gli assembramenti continuano cosi, il Natale sarà problematico».

Zaia e il tampone fai da te

Infine, un passaggio sul tampone fai da te. «Lo stiamo testando» afferma il governatore del Veneto. «Avrà una validazione e manderemo tutte le carte a Roma. Poi il ministero deciderà se utilizzarlo o meno». Già alcuni giorni fa una precisazione. JIl nostro segreto», aveva detto Zaia, «è la programmazione. Abbiamo presìdi per 8 mesi. Essere zona gialla, arancione o rossa non è una gara. In Veneto siamo riusciti, finora, a contenere gli ingressi nelle terapie intensive».

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