Roma, antagonisti in corteo: tafferugli e lanci di oggetti contro la polizia. Bandiere rosse, caschi e fionde

1 Nov 2020 10:10 - di Edoardo Valci
antagonisti

I militanti dei centri sociali di nuovo in piazza. Stavolta a Roma. Sempre con i soliti slogan che ricordano anni bui. E sempre con la violenza. Erano oltre cinquecento gli antagonisti che hanno dato vita a un corteo non autorizzato. L’appuntamento era a piazza Indipendenza. La polizia ha immediatamente bloccato via San Martino della Battaglia, creando un cordone. «Questo Stato è fascista», hanno subito scandito i manifestanti, pugno chiuso e bandiere rosse. «Avanti, riprendiamo la città».

Gli antagonisti attaccano le forze dell’ordine

Petardi, fumogeni e torce accese i militanti dei centri sociali hanno raggiuntovia di Castro Pretorio. La poliza, nelle prime fasi, non è intervenuta, lasciando sfilare i manifestanti. Poi la situazione è degenerata. Lanci di oggetti e petardi all’indirizzo delle forze dell’ordine sono partiti dal corteo che ha preso la strada per andare verso la Sapienza. Dopo qualche momento di tensione con la polizia, che ha innescato un fuggi fuggi generale, la situazione è tornata alla normalità.

«La prossima volta non facciamo i bravi»

Caschi, giubbotti, fionde. Cappucci, volti coperti da mascherine scure o sciarpe. Il repertorio era quello tipico degli estremisti di sinitra. Ma i toni erano alti, anche in previsione di quelle che accadrò nei prossimi giorni. «Oggi facciamo i bravi e sfileremo per le strade tranquilli. Ma la prossima volta no. Questa non è una minaccia, ma una promessa», hanno gridato i centri sociali subito prima dei tafferugli.

Rifondazione comunista con gli antagonisti

Poi gli slogan.«”Negazionista no, ma nemmeno cog…», hanno urlato i manifestanti. «Tu ci chiudi, tu ci paghi”». E ancora, «se non cambierà lotta dura sarà» e «la crisi la pagassero i ricchi». Erano questi solo alcuni degli striscioni e dei cori intonati da gruppi antagonisti. Con loro c’erano esponenti e militanti di Rifondazione Comunista. Poi vari movimenti, precari e sindacati di sinistra, tutti radunati in Piazza dell’Indipendenza.

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