Reddito di cittadinanza, l’ultimo furbetto stanato percepiva 950 € di sussidio e lavorava in nero
Reddito di cittadinanza, l’ultimo furbetto è stato beccato a Modena. Dove un muratore 33enne risultava disoccupato e percepiva il sussidio di Stato. La cosa, però, non gli ha impedito di accettare di svolgere dei lavori, in nero, in un’abitazione. Un impegno e un arrotondamento del Rdc che, naturalmente, l’uomo si è ben guardato dal rendere noto, tenendolo nascosto. Naturalmente, scoperta la magagna, il reddito di cittadinanza gli è stato revocato. Con lui nei guai è finito anche il committente dei lavori edili.
Reddito di cittadinanza, l’ultimo furbetto beccato a Modena
Non c’è pace per il reddito di cittadinanza. La misura varata dal governo dimostra, ogni giorno di più, di fare acqua da tutte le parti. Non a caso, dopo i sussidi arrivati impunemente a mafiosi e familiari di boss, oggi l’ennesima denuncia del malfunzionamento del sussidio arriva da Modena. Un caso come tanti che popolano un sommerso sempre più preoccupante. E che, spesso, aggiunge alle irregolarità legate alla richiesta e all’ottenimento del Rdc anche ulteriori mancanze. Come in quest’ultima vicenda dell’operario e del committente di provincia, impegnati in lavori necessari a sistemare una casa. Lavori che richiedevano l’abbattimento di tramezzi, murature e rifacimento di pavimenti, sprovvisti però di qualunque tipo di autorizzazione e affidati a maestranze rigorosamente in nero. Oltre al 33enne, infatti, sul cantiere era impiegato senza contratto anche suo padre.
Modena, le indagini sul Reddito di cittadinanza all’operaio
Dunque, la Polizia locale di Modena ha accertato il concentrato di irregolarità è stata la Polizia locale di Modena, dopo la segnalazione di un cittadino che lamentava lo svolgimento di opere edili rumorose durante un giorno festivo, in un’abitazione in un’area residenziale a sud di Modena, in zona Fratelli Rosselli. E in effetti al lavoro c’erano padre e figlio. In quel caso era domenica (per l’esattezza una domenica di giugno). Così, nei giorni successivi, il Nucleo di Polizia Edilizia del Comando di via Galilei ha formalmente comunicato al settore Edilizia Privata le irregolarità riscontrate durante il sopralluogo. Mentre gli operatori del Nucleo Anti Evasione e Tributi Locali hanno avviato gli accertamenti sul 33enne.
L’operaio in nero percepiva un Reddito di cittadinanza di 950 €
E guarda caso, le verifiche effettuate confermano che, da dicembre dello scorso anno, l’uomo percepiva dall’Inps il reddito di cittadinanza per un importo di 950 euro al mese. Beneficio che gli è stato quindi revocato e che l’interessato dovrà anche restituire. L’uomo, dunque, è stato denunciato alla Procura della Repubblica, in violazione alle norme sul diritto di riscossione del reddito di cittadinanza.
L’Inps revoca il sussidio, la Procura denuncia
Dal Comando di via Galilei è anche partita una segnalazione qualificata all’Agenzia delle Entrate per l’attività svolta, in assenza di contratto di lavoro, dai due congiunti e per il proprietario dell’unità abitativa. Grazie all’attività svolta dal Nucleo antievasione tributi della Polizia locale, in meno di un anno, l’Inps ha revocato la corresponsione del reddito di cittadinanza a tre persone che non ne avevano titolo. Persone che la Procura della Repubblica ha quindi denunciato per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.