Rampelli lancia la pagina #NatalesenzaAmazon. Sondaggio di Salvini: «Il 61% comprerà sotto casa»

18 Nov 2020 18:31 - di Mia Fenice
NatalesenzaAmazon

#NatalesenzaAmazon. Una pagina in difesa dei negozi di prossimità e per il commercio al dettaglio. Il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia lancia la pagina #NatalesenzaAmazon. Un’iniziativa simile alla petizione lanciata in Francia da politici e intellettuali e adattata al contesto italiano. «Saremo tutti impegnati a condividere l’appello sui canali social e attraverso sottoscrizioni nelle varie iniziative prenatalizie. Raccogliendo voci di personalità del mondo della cultura, dello spettacolo, della politica».

#NatalesenzaAmazon: ecco la pagina

Nella pagina si legge: «Caro Babbo Natale, quest’anno ci impegniamo per un #NatalesenzaAmazon. La crisi sanitaria che stiamo attraversando ha già avuto conseguenze drammatiche in Italia: posti di lavoro scomparsi, le nostre città desertificate, serrande abbassate, negozi chiusi, milioni di famiglie senza lavoro né risorse per arrivare a fine mese. Questa crisi causata dal Covid 19 sta peggiorando a causa dei mostri economici che cavalcano la globalizzazione e cercano di cambiare per sempre la nostra struttura sociale. Per uscire da questa crisi, dobbiamo recuperare due cose: la nostra sovranità nazionale ed europea e il nostro spirito di solidarietà».

Rampelli: «Aiutiamo i nostri negozi di strada»

E poi ancora: «Promettiamo, caro Babbo Natale, che quest’anno festeggeremo un #NatalesenzaAmazon. Per le vacanze, ci impegniamo a non acquistare regali su questa piattaforma. Per chi può viaggiare a recarci nelle agenzie e a non provvedere attraverso Booking.com. Ne faremo a meno. Aiutiamo i nostri negozi di strada, quelli nei centri e nei borghi storici, nei quartieri e nelle periferie delle città perché i negozi sono un presidio di socialità, di economia e di sicurezza. Ogni serranda che si abbassa è una luce della speranza che si spegne. Ci sono anche aziende che puntano sull’economia circolare per offrire prodotti riciclati o ricondizionati più economici e più responsabili. Per non parlare dei prodotti di seconda mano, del “fai da te”, il reimpiego di materiali usati per l’artigianato e la creazione».

#NatalesenzaAmazon: la petizione

Firmando questa petizione, si legge ancora «ci impegniamo a chiedere leggi in grado di difendere la nostra economia dall’assalto dei giganti dell’economia globale. Vogliamo che siano vietati nuovi giganteschi atomizzanti magazzini che contestualmente causano la chiusura di una moltitudine di esercizi di vicinato. Leggi che mettano fine alla concorrenza sleale e all’ingiustizia fiscale tra i colossi digitali e le imprese fisiche». E poi ancora: «Leggi che almeno pongano i giganti delle piattaforme alla pari con i librai, i panettieri, i fruttivendoli, i negozi di abbigliamento, i cartolai, insomma le aziende sotto casa. Leggi che finalmente consentano di tassare gli immensi profitti di Amazon e dei giganti del web i cui proventi potrebbero integrare un fondo eccezionale per il mantenimento delle imprese locali e del lavoro».

«Servono leggi che aiutino la nostra economia»

Leggi che aiutino la nostra economia piuttosto che aumentare la fortuna di Jeff Bezos pari a 200 miliardi di dollari, quanto il PIL della Grecia). Una ricchezza aumentata del 30% durante i tre mesi della prima ondata della pandemia e che oggi, approfittando della chiusura dei negozi, rilancia il #blackfriday. Affinché il Natale rimanga la più bella delle feste di fine anno, continuiamo a renderlo un momento di convivialità, condivisione e solidarietà».

Salvini e il sondaggio su Amazon

Contemporaneamente Matteo Salvini ha lanciato un sondaggio su Amazon sui suoi canali social. «Ho fatto un sondaggio su Amazon, in poco tempo hanno votato in 50mila, il 61% dice no, i regali li compro sotto casa, piuttosto che con un clic».

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