Proteste di piazza a Bangkok contro il governo thailandese: ha deciso di bloccare i siti porno
6 Nov 2020 19:17 - di Penelope Corrado
Una manifestazione di piazza a Bangkok con centinaia di partecipanti e proteste in tutta la Thailandia contro il governo. Motivo della contestazione? L’oscuramento di Pornhub e di altri duecento siti porno.
Il ministro dell’Economia digitale, Puttipong Punnakanta, ha annunciato l’oscuramento del sito porno più grand del mondo, nell’ambito della lotta alla pornografia e ai siti di scommesse online, illegali in base alla legge thailandese. Sui Social, però, si è scatenata una protesta contro quella che viene definita come un’inaccettabile censura.
L’oscuramento riguarda, infatti, altri 190 siti pornografici. Si è quindi aperto un nuovo fronte nel Paese del sud-est asiatico, attraversato da mesi dalle proteste studentesche contro monarchia ed esercito. La rivolta sui social ha avuto una clamorosa evoluzione reale, a Bangkok.
“Dietro la censura ai siti porno, un attacco alla democrazia”
L’hashtag #SavePornhub è infatti subito divenuto di tendenza su Twitter in un Paese, la Thailandia, in cui il noto sito per adulti è tra i 20 più visitati con una media record mondiale di 11 minuti e 21 secondi al giorno per utente. In molti hanno fatto ricorso a una VPN per aggirare la limitazione
Decine di attivisti hanno protestato davanti alla sede del ministero con magliette e cartelli con scritte come “Liberate Pornhub”. In rete qualcuno è arrivato a ipotizzare che ora la protesta studentesca è destinata ad allargarsi contro “la dittatura digitale di chi vorrebbe dire ai giovani cosa possono guardare, dire e fare online”. I siti porno sono dunque un pretesto. La direttrice della Fondazione Manushya, che si occupa della battaglia per il diritto di accesso al digitale, Emilie Pradichit, ha dichiarato ritenere il suo paese come “una terra in cui è in corso una dittatura digitale, con i conservatori al potere che cercano di controllare ciò che i giovani possono guardare, dire e fare online”.