Presente a Ramelli, La Russa: “Deriva sovranista? Il Gup scambia la sentenza per un trattato politico”
È rimasto “basito” Ignazio La Russa di fronte alle motivazioni del Gup di Milano, Manuela Cannavale, che, condannando cinque ragazzi per la cerimonia del Presente per Sergio Ramelli, ha parlato di una “pericolosa deriva sovranista” da arginare. Per il senatore di FdI e avvocato che difese la mamma di Sergio e difende ancora altri ragazzi in processi per il Presente, “se il Gup scrive ciò ha confuso le cose”, sovrapponendo di fatto il piano politico con quello giudiziario.
La Russa: “Ma di quale deriva sovranista si parla?”
“Ma di quale deriva sovranista si parla? Qui non esiste nessuna deriva sovranista, soprattutto poi – sottolinea La Russa – legata alla commemorazione di Sergio Ramelli, ucciso dall’odio comunista. Se il Gup scrive ciò ha confuso le cose. Magari ha scambiato una sentenza con un trattato politico che poco ha a che fare con la realtà di quei fatti legati a Ramelli, ai successivi cortei e a questioni di derive sovraniste che nulla c’entrano. Rimango basito“.
Per la Cassazione non è reato
“Ho difeso la mamma di Sergio. E – aggiunge La Russa – ho fatto due processi di questo tipo dopo i cortei in suo ricordo, difendendo due ragazze. In Cassazione è stato sempre dichiarato che non ci fosse alcune reato nel ricordarlo con il Presente. Da quando lo hanno ucciso, dall’anno successivo e, quindi – ricorda ancora il vicepresidente del Senato – dal 1976, la commemorazione con il Presente e i saluti romani annessi è un ricordo istituito da tanti giovani, molti dei quali nemmeno lo avevano conosciuto, per rendere onore e ricordare un ragazzo caduto sotto i colpi della violenza comunista“.
La Russa: “Il Presente c’è dal ’76, non ho visto ricostituzioni”
“Ritengo sbagliate davvero le parole del Gup, anche se – precisa La Russa – ovviamente credo fermamente nella giustizia. Poi, quando si parla, oltre che del sovranismo, di pericolo di ricostituzione del partito fascista, ricordo a tutti che dal ’76 viene organizzato il ricordo di Ramelli. E non mi pare si sia mai verificato questo pericolo. Già questo – conclude il senatore – fa capire quanto sia pretestuoso tutto ciò”.