«Misurare la febbre col termoscanner fa male»: la fake news che gira sui social e inganna le persone

1 Nov 2020 19:14 - di Massimo Baiocchi
termoscanner

Gli addetti alla sicurezza nei locali e nei centri commerciali stanno avendo molti problemi. Ci sono troppe persone che polemizzano perché sostengono che misurare la temperatura con un termoscanner, o termometro a infrarossi, faccia male. Come? Potrebbe danneggiare la ghiandola pineale che si trova nel cervello. Questa assurda fake news provoca momenti di tensione inutili, con frasu volgari indirizzate agli uomini della sicurezza e tentativi di entrare senza farsi controllare. Incredibile a dirsi, ma c’è gente che si fa ancora influenzare dalle notizie che circolano sui social. E quella dei termoscanner è una delle ultime notizie girate su Facebook.

Misurare la febbre col termoscanner non fa male

Tutto sarebbe partito da un post scritto da un’anonima infermiera australiana e condiviso migliaia di volte. «Non c’è nulla di vero», è un’ennesima fake news, ammoniscono i medici “anti-bufale” di Dottoremaeveroche.it, il sito anti-fake news messo in campo dalla Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo). Spiegano come sia stato dimostrato da «esperti di neuroscienze che i termometri a infrarossi non emettono radiazioni.  Ma catturano le lunghezze d’onda dal corpo per misurare la temperatura». Termoscanner sicuri, quindi.

Più caldo è il corpo, più radiazioni emette

«Ogni corpo emette radiazioni elettromagnetiche», si legge Dottoremaeveroche.it. «E la quantità di radiazioni emesse è direttamente proporzionale alla temperatura del corpo elevata alla quarta, secondo la legge di Stefan-Boltzmann. Di conseguenza, più un corpo è caldo, più radiazioni emette. Tutto ciò che ci serve quindi è uno strumento che misuri la quantità di radiazioni infrarosse emesse dal corpo del passeggero. Chi ha la febbre infatti emette più radiazioni».

Che cosa accade con le onde

Tutto tranquillo, il procedimento è di piena sicurezza. Nessuna paura del termoscanner. «Le onde, una volta convogliate su lenti ottiche, vengono convertite in un segnale elettrico. E attraverso un processore vengono tradotte in numeri, che l’operatore può leggere facilmente sullo schermo».

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