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Marghera, decapitata la statua della Madonna. Meloni: «È un oltraggio alla nostra identità»

Politica - di Giorgia Castelli - 27 Novembre 2020 - AGGIORNATO 27 Novembre 2020 alle 16:32

«Monumento della Madonna decapitato e con le mani mozzate. Quanto accaduto a Marghera (Venezia) è un oltraggio alla nostra identità». Lo scrive Giorgia Meloni sulla sua pagina Facebook.

Meloni: «Condanna esemplare»

«Per il responsabile – aggiunge Giorgia Meloni – un trentunenne palestinese, pugno duro e condanna esemplare. Non possiamo tollerare un simile affronto nei confronti dell’Italia e della sua storia».

Individuato il responsabile

L’atto oltraggioso è avvenuto in piena notte. Come ricostruisce VeneziaToday, grazie al sistema di videosorveglianza, il responsabile è già stato identificato e denunciato. A dare l’allarme è stato un residente che ha assistito alla decapitazione della statua e ha subito chiamato la polizia. Sul posto sono arrivate le volanti, che hanno sentito la testimonianza e avviato le ricerche in base alla descrizione dell’uomo. Poco più tardi è stato trovato.

Chi è il responsabile

Si tratta di una  trentunenne palestinese, regolare in Italia e titolare di un documento di viaggio per rifugiati rilasciato dal Belgio. Le immagini acquisite da una delle telecamere in zona hanno confermato l’identità dell’uomo, che è stato denunciato per il reato di offese ad una confessione religiosa tramite danneggiamento di cose.

Il sindaco: «Offesa la nostra città»

«Un gesto che offende la nostra città, la nostra storia e i nostri valori – ha detto il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro – Una ferma condanna per un atto vile, che mira a ferire la nostra sensibilità. Ho subito dato disposizione ai tecnici dei lavori pubblici perché la statua sia prontamente riparata e riportata al suo splendore». I lavori di ripristino sono «già avviati», ha aggiunto il sindaco.

I commenti al post della Meloni

La notizia pubblicata da Giorgia Meloni ha avuto numerosi commenti. Scrive un utente: «Quello che più sgomenta non è l’inciviltà e l’ingratitudine, ma l’audacia e il disprezzo che mostrano verso noi, il nostro Paese, la nostra cultura, il nostro credo. Senza rispetto e con l’arroganza non è possibile stabilire un’armoniosa convivenza. Non si possono tollerare tali obbrobri». E un altro aggiunge: «Siamo la barzelletta dell’Europa, tutti queste persone fanno cosa vogliono e restano sempre impunite. Al loro paese per una azione simile c’è la pena di morte, dopo una pubblica fustigazione».

 

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di Giorgia Castelli - 27 Novembre 2020