“La zanzara” non piange e punge Maradona. Cruciani e Parenzo: «Era un cocainomane»

26 Nov 2020 18:30 - di Francesca De Ambra
Cruciani

Maradona morto e i napoletani che lo piangono addossati gli agli altri in piena pandemia da coronavirus. Basta e avanza per dare libero sfogo a tutti i consolidati pregiudizi anti-terroni. Per un dissacratore nato come Giuseppe Cruciani poi, è più di un invito a nozze. Il conduttore de La zanzaraseguitissima trasmissione di Radio 24, ha fatto di più e di meglio: ha giocato di fino. Prima dicendo peste e corna e poi mettendo tutto in conto al suo collega di microfono, il meno sfrontato David Parenzo. «”Non si può piangere un cocainomane” è una frase che hai detto tu», ha rivelato Cruciani costringendo l’altro a negare. Ma inutilmente. Anzi, più negava e Cruciani più arricchiva di particolari la propria ricostruzione. Fino a far apparire le parole pronunciate (?) da Parenzo come un (in)volontario fuori onda.

Cruciani e Parenzo dissacrano El Pibe de oro

La coppia vive di questi rovesciamenti di fronte. Anche se ad attaccare è quasi sempre il più diretto e linguacciuto Cruciani. E su Napoli e Maradona lo schema non è cambiato. «Senza nulla togliere al Pibe de Oro, che è stato un grande campione – aveva esordito Parenzo – oggi ci sono anche altre notizie». E Cruciani subito ad incalzarlo: «Ma dai, ma non ce ne frega un ca..o, sveliamo tutto. Tu prima hai detto “perché emozionarsi così tanto per la morte di una singola persona? Muoiono 7-800mila persone al giorno, perché stracciarsi le vesti per un cocainomane?”». Parenzo ha tentato di metterci una pezza: prima negando, poi minimizzando.

«Multe ai napoletani assembrati a ridosso del murales»

Per Cruciani, l’interlocutore in difficoltà o in ritirata è come l’odore del sangue. Infatti è corso ad azzannarlo. «Senti che retorica – ha rintuzzato -. Intanto a Napoli si radunano vicino al murales. E chissà se faranno le multe. Devono farle o no secondo te?». Parenzo gioca il jolly dell’appeasement: «Certo che devono farle. Maradona è stato un campione straordinario ok, dopodiché adesso c’è una piccola cosa che si chiama pandemia». Ma Cruciani è un fiume in piena: «A Napoli non gliene frega un ca..o della pandemia. Immagino gente in lacrime. Tu – è l’affondo finale – piangeresti per un singolo giocatore di pallone?». E Parenzo, esausto, getta la spugna: «No, piangerei un parente o un amico, non un calciatore».

 

 

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