La parola dell’anno nel 2020 non c’è. Il Covid ha scombussolato anche il nostro linguaggio

23 Nov 2020 16:14 - di Redazione

Il 2020, “un anno che ci ha lasciato senza parole”, non avrà la sua parola simbolo. La pandemia da coronavirus ha messo in imbarazzo anche i linguisti e i lessicografi dell’Oxford English Dictionary, il più prestigioso vocabolario della lingua inglese, che per la prima volta nella sua storia non proclamerà un solo termine per indicare quello di maggior successo nell’annata che si sta chiudendo.

Le parole di un anno senza precedenti

Quest’anno il ‘sismografo’ del linguaggio ha registrato così tante nuove scosse che il dizionario dell’Oxford University Press ha stilato un piccolo elenco di “Parole di un anno senza precedenti”. Un elenco fatto di parole nuove ma anche di parole già esistenti il cui utilizzo si è moltiplicato in maniera esponenziale. “Per essere un anno che ci ha lasciato senza parole, il 2020 è stato pieno di nuove parole come nessun altro”, ha ironizzato Casper Grathwohl, presidente di Oxford Dictionaries.

I capitoli tematici

Tanto che il pool che ha stilato lo studio sulle nuove parole le ha volute dividere in capitoli tematici: naturalmente ci sono i termini legati al Covid (con parole come coronavirus, pandemia, telelavoro, lockdown, lavoratori essenziali) ma anche a tecnologia e telelavoro (zoom, remoto, ecc.), movimenti sociali, social media e politica (da Black Lives Matter o l’abbreviazione BLM, teoria del complotto, mail-in, hanno superato impeachment e assoluzione che erano molto utilizzate nella prima parte dell’anno relativamente al presidente degli Stati Uniti, Donald Trump) e ambiente (dagli incendi boschivi al nuovo termine coniato per l’effetto della pandemia, ovvero antropausa, che si riferisce al “rallentamento globale dei viaggi e di altre attività umane e ai conseguenti riflessi positivi” sull’inquinamento).

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