Il sessantottino Galli fa festa per il “compagno” Strada: «Caro Gino, alla Calabria pensaci tu»

18 Nov 2020 10:47 - di Redazione
Galli

«Faccio i miei migliori auguri ad un amico e a una persona che stimo». Massimo Galli, primario infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano e docente all’università Statale del capoluogo lombardo fa gli auguri a Gino Strada dopo l’accordo tra Emergency e la Protezione civile. Ne parla ad Agorà su Rai 3 rispondendo alle domande sulla situazione in Calabria. «Eravamo compagni di università», ricorda. «Si tratta di un lavoro difficile», riflette Galli. «Già bisogna trasferire l’esperienza di Gino e della sua organizzazione in un intervento del genere. Se si aggiunge che il suo lavoro, invece di essere universalmente apprezzato, si ritrova ancora tra l’incudine e il martello…».

Galli: «Povero Paese nostro»

«È il dramma di tutti i tecnici alle prese con componenti di ordine politico – aggiunge l’esperto – Una persona chiamata per salvare la situazione si trova davanti una serie di opposizioni preconcette. Veramente mi vien da dire che ha un gran coraggio». Davanti alla situazione della Calabria, con tre commissari usciti di scena in pochi giorni, «da cittadino mi viene voglia di dire “povero Paese nostro”. C’è stata una serie di scelte discutibili che hanno influito sulla possibilità di gestire le cose», commenta il medico.

Galli: «La curva de contagi forse sta rallentando»

Galli poi parla della situazione nazionale dei contagi. «La curva dei contagi forse sta rallentando. Non basta il dato di ieri per poter stabilire una tendenza, ma i dati complessivamente fanno presumere una flessione. O almeno che si stia raggiungendo un plateau. Se fosse davvero così vorrebbe dire che abbiamo i primi risultati, che si affermano con una certa lentezza, dei provvedimenti che sono stati presi e forse della capacità di molti italiani di mettesi autonomamente in sicurezza».

«Vicini ai 4mila pazienti in rianimazione»

I dati dei decessi per Covid-19 in Italia non si fermano e, «per quanto riguarda i morti, ne vedremo anche altri. Questa cosa soltanto a dirla mi dà angoscia, ma ne vedremo ancora perché i processi sono in cammino: le infezioni che sono già avvenute fatalmente producono anche questo. Siamo pericolosamente vicini alla fatidica soglia dei 4mila pazienti in rianimazione. Se le rianimazioni si svuotano, se hanno un ricambio, purtroppo lo hanno più con i decessi che con le dimissioni».

«Non evoco il lockdown nazionale»

«Il lockdown nazionale è stato sperimentato e funziona contro la diffusione del coronavirus, ma non lo sto evocando. Il tentativo attuale ci auguriamo funzioni». Per il professor Massimo Galli bisogna attendere per verificare l’efficacia della strategia di suddivisione delle regioni in zone rosse, arancioni e gialle. «Potrebbe sembrare di sì, ma bisogna verificare tempi e modi, non è detto che i tempi per ottenere risultati non debbano essere più lunghi».

«Abbiamo casi in tutto il Paese»

In primavera, osserva, «il lockdown aveva reso libere da infezioni gran parte delle regioni e anche aree nelle regioni più colpite, ma continuava ad esserci un serbatoio di virus in parecchie zone. Durante l’estate, su questo, è stata costruita la nuova ondata». L’esperto evidenzia come, «a differenza di marzo, non siamo stati presi di sorpresa. Ma la situazione è diversa anche perché abbiamo casi in tutto il Paese, anche nelle aree più fragili. Il nostro è un sistema di vasi molto comunicanti».

«Non parlo più del Natale»

Guai a chiedere a Galli se a Natale si potranno allentare le maglie: «Ho giurato a me stesso che non avrei più pronunciato la parola Natale se non nel momento in cui andrò a fare gli auguri ai miei amici e ai parenti. È qualcun altro che dovrà metterci la faccia».

 

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