Il M5S volta le spalle alla base: il voto degli iscritti non è più vincolante
MoVimento 5 StelleMonta la rabbia e lo sconcerto fra gli iscritti Cinquestelle per l’ultima decisione del gruppo parlamentare M5S alla Camera di modificare il regolamento e non tenere più conto, in maniera vincolante, del parere della base.
La modifica del nuovo statuto del gruppo di Montecitorio, che sarà messa ai voti tra oggi e giovedì prevede, infatti, nella nuova versione, che il voto degli iscritti pentastellati non sarà più vincolante per le decisioni del gruppo.
Una coltellata alle spalle degli iscritti M5S. Una decisione che non sarà indolore. È oramai da mesi che fra gli iscritti cinquestelle serpeggia un forte malumore per le scelte operate dal Movimento di Grillo.
Secondo la precedente versione dello statuto, ogni componente del gruppo doveva attenersi al programma M5S e “alle indicazioni espresse dagli iscritti al MoVimento 5 Stelle“.
Ora, invece, ciascun deputato deve attenersi, oltre che al programma, “agli indirizzi deliberati dall’Assemblea del Gruppo e alle indicazioni degli Organi del Gruppo”. E tiene solo “conto” degli “orientamenti e indicazioni espresse dagli iscritti al Movimento 5 Stelle“, come si legge nella nuova versione del regolamento che l’Adnkronos ha potuto visionare.
Nella nuova versione dello statuto, inoltre, sparisce ogni riferimento a Rousseau. E vengono introdotte modalità più veloci per eleggere il direttivo, grazie al ballottaggio fra i due candidati presidenti che al primo scrutinio hanno ottenuto il maggior numero di voti.
Anche tra i parlamentari intanto monta la protesta contro la scelta di indire “un voto-lampo” sul nuovo statuto.
“Si tratta di un vero e proprio blitz – attacca un deputato. – Avevamo chiesto una riflessione più approfondita perché con la nuova versione dello statuto si toglie potere agli iscritti. E’ stato un colpo basso“.
Parla di “frattura” politica ma ridimensiona l’aspetto statuario e procedurale l’avvocato Lorenzo Borrè, uno dei massimi esperti degli ordinamenti interni del partito.
“In realtà la modifica proposta – con il nuovo testo di cui all’art. 1 lettera F – è una non modifica in quanto anche l’attuale regolamento del Gruppo parlamentare M5S alla Camera non prevede che il voto degli iscritti al partito sia vincolante”, chiarisce l’avvocato Borrè.
Che ricorda come l’attuale regolamento stabilisca, invece, “esclusivamente che di esso si debba ‘tener conto’. Previsione peraltro contraddittoria rispetto a quella del novellato art. 21, comma 2, lettera D. Che commina sanzioni disciplinari per quanti si discostino dalle decisioni assunte dall’assemblea del partito”.
”Ben altra – avverte Borrè – è, invece, la portata politica della modifica della disciplina delle funzioni dell’assemblea di gruppo” M5S. Che “inverte – spiega il legale – il paradigma su cui si sono fondate ad oggi le votazioni in aula”.
Ma non è tutto. “È di assoluto rilievo lo smarcamento dalla piattaforma Rousseau. Non una scissione, ma – sottolinea Borrè – certamente una frattura. I nodi verranno presto al pettine“, avverte il legale.